Un passo importante, tanto nella promozione quanto nella tutela: il Vermouth di Torino ha ufficialmente ottenuto il marchio di certificazione dell’United States Patent and Trademark Office dopo una campagna lunga tre anni. Che significa, direte voi? Si tratta, in parole povere, che i prodotti venduti negli Stati Uniti con l’etichetta “Vermouth di Torino” saranno soggetti alle tradizionali norme di tutela volte a contrastare potenziali imitazioni e contraffazioni.
Un punto esclamativo, in altre parole, che va a chiudere il più ampio percorso di rinascita intrattenuto dal più famoso dei vini aromatizzati dello Stivale intrattenuto negli ultimi anni: come accennato nelle righe precedenti, la domanda di registrazione del Vermouth di Torino negli Stati Uniti è stata presentata per la prima volta dall’omonimo Consorzio nel dicembre del 2020.
Il Vermouth di Torino cresce e si tutela
A rendere particolarmente importante il conseguimento della certificazione è, come anticipato in apertura di articolo, la possibilità di difendere il Vermouth di Torino – e con lui i potenziali consumatori – dai tentativi di contraffazione che maliziosamente tentano di appoggiarsi su assonanze e somiglianze per sfruttare la popolarità del prodotto originale.
Ma torniamo a noi: “L’ottenimento del marchio di certificazione statunitense non è stato facile né scontato” ha commentato Roberto Bava, amministratore delegato di Cocchi e presidente del Consorzio del Vermouth di Torino. “Ci sono voluti tre anni di lavoro durante i quali il Consorzio ha lavorato a stretto contatto con i produttori storici del Vermouth di Torino, che hanno messo a disposizione i loro archivi per raccogliere i documenti necessari alla preparazione del dossier. Queste testimonianze autentiche hanno permesso di dimostrare che il Vermouth di Torino è stato venduto negli Stati Uniti dai membri del consorzio in modo continuativo dal 1866 a oggi, e di ottenere i suoi diritti di anteriorità”.
A oggi, il Consorzio del Vermouth di Torino raccoglie un totale di trentacinque aziende tra cui marchi storici come Campari, Cocchi, Gancia, Carpano, Martini&Rossi, Bosca e Tosti1820; ma di fatto l’istituzione del Consorzio stessa è recentissima – nel 2019, di fatto.
Come i nostri lettori più attenti avranno senz’altro notato, è bene sottolineare che il Vermouth di Torino è (al momento) l’unico al mondo a potere vantare questa protezione negli Stati Uniti. “Il Consorzio del Vermouth di Torino è costantemente attivo per salvaguardare i consumatori dalle pratiche di etichettatura ingannevoli” ha aggiunto Pierstefano Berta, direttore del Consorzio. “avorando costantemente con le istituzioni italiane e con gli uffici marchi di altri Paesi per ottenere la massima protezione del Vermouth di Torino, è diventato chiaro che avevamo bisogno di un’ampia protezione negli Stati Uniti, che rappresentano un mercato molto rilevante per i soci del Consorzio”.