Cambia il soggetto, ma le regole del gioco rimangono sostanzialmente le stesse. Nel corso degli ultimi mesi, tanto per fare un esempio, si è fatto un gran parlare dei rincari all’olio di oliva, ormai apparentemente avviato verso la corsia esclusiva dei beni di lusso, la cui produzione è stata ripetutamente mutilata al punto da azzerare virtualmente le scorte. Ebbene, il destino del succo d’arancia pare seguire le stesse orme: secondo quanto riportato da Reuters, il suo prezzo ha raggiunto il massimo storico da quando i contratti futures hanno cominciato a essere negoziati, nell’ormai lontano 1966, a causa delle prospettive di una produzione nettamente limitata nei suoi volumi.
Succo d’arancia costoso come non mai: cause e conseguenze
Spazio ai numeri, dunque: il contratto di gennaio per il succo d’arancia concentrato congelato (noto anche con l’acronimo FCOJ) sull’Intercontinental Exchange (ICE) ha raggiunto il massimo storico di 4,17 dollari la libbra durante la sessione di martedì 31 ottobre, salvo poi adagiarsi sul valore di 3,83 dollari a libbra. Uno scherzetto di Halloween mica male, che come accennato in apertura di articolo affonda le proprie radici nelle prospettive di raccolto tutt’altro che ottimiste nei tre principali paesi produttori – gli Stati Uniti, il Messico e il Brasile.
Il primo e principale indiziato, l’avrete certamente già intuito, è ovviamente il cambiamento climatico con le sue ormai note conseguenze (altro scenario comune con il sopracitato olio di oliva, la cui produzione è stata essenzialmente decimata dalla eccezionale siccità degli ultimi due anni; e anche con la birra, apparentemente sull’orlo di una vera e propria carenza), e il proliferare di una malattia batterica nota come greening che ha colpito in particolare i tre più importanti produttori di succo d’arancia.
Ibiapaba Netto, direttore esecutivo di CitrusBR, l’associazione che rappresenta i produttori di succhi brasiliani, ha affermato che un’inversione dell’attuale situazione di scarsità di offerta richiederà tempo. “Il nostro ultimo grande raccolto è avvenuto cinque anni fa” ha spiegato. “Ci troviamo in una situazione in cui le scorte ammontano praticamente a zero”.
Nel frattempo il gioco della speculazione è già cominciato. “A volte, questi mercati superano le nostre più rosee aspettative” ha commentato il trader Dave Reiter di Reiter Capital Investments LLC su X, ex Twitter. “Qualcuno aveva previsto un succo d’arancia a $ 4,00? Il potenziale di profitto di questo scambio è sconcertante”. Altri mettono in guardia sulla fragilità del mercato: “Il succo d’arancia è oggetto di scambi molto limitati” ha spiegato Darin Fessler, SVP, Market Strategist presso Lakefront Futures & Options. “Non è difficile spostare il mercato, come invece lo è nel caso del mais o della soia”.