Si chiama Ddl concorrenza, prevede sessantanove obiettivi tra cui il “salva-dehors“, ed è attualmente protagonista del Consiglio dei Ministri. Dehors ovvero appendici di locali e ristoranti posti in maniera semi permanente all’esterno degli stessi, spesso su suolo pubblico, per ospitare la clientela in caso di sovraffollamento o durante le stagioni calde. Se ne discute dal 2021 e i dubbi non sono mai stati del tutto risolti, tra politiche contro e politiche a favore, ognuna con le proprie ragioni (che, paradossalmente, spesso coincidono).
C’è una proposta nera su bianco volta a chiudere una volta per tutte la questione, ovvero rendere ufficiale il via libera ai dehors in città. Questi spazi erano stati autorizzati dal Governo Conte durante la pandemia da Covid-19, per fare in modo che i ristoratori potessero restare aperti nel limite delle norme e per assicurare un distanziamento che, nel solo locale chiuso, era a rischio.
Il destino dei dehors
Il Governo si troverà sul tavolo il ddl Concorrenza, in ottica del Pnrr, e nel testo è presente anche la proposta per un’ulteriore proroga della legge sui dehors. Si lavora sulla proroga, per puntare poi alla normalizzazione definitiva degli spazi. E, all’idea, alcuni tremeranno: per esempio Beppe Sala a Milano, che non più di qualche mese fa (in primavera9 decise di limitare la movida notturna a causa degli schiamazzi e a suo dire del rischio troppo alto che comporta avere gente ubriaca in strada.
Sala, a riguardo, disse: “capisco che i dehors possano essere una modalità per tenere sotto controllo la situazione, ma quando ce l’hai sotto le tue finestre dopo una certa ora danno fastidio”. Insomma c’è chi sta facendo di tutto per appiattire la vita in città dopo il tramonto, come nei film horror dove il sorgere della luna fa comparire mostri di vario genere. Vita notturna, e attività commerciali ad essa connesse e in parte artefici della stessa. Inutile dire che a favore di questa proposta ci sono i lavoratori del settore, associazioni come Anci e il ministero della Cultura. Il disegno di legge sulla concorrenza va varato entro il prossimo 31 dicembre, per poter accedere alla settima rata da 18,2 miliardi.