Non pensavate che solo in Italia avessimo un problema di specie invasive a causa dei cambiamenti climatici, vero? Perché noi avremo a che fare col granchio blu che si mangia vongole e cozze d’allevamento (e non solo), ma in Scandinavia, più precisamente in Norvegia e Finlandia, c’è un problema con il salmone rosa del Pacifico che sta invadendo i fiumi, con carcasse che marciscono lungo i corsi d’acqua.
E la cosa ironica in tutto ciò è che mentre qui c’è un esubero di questo pesce, da altre parti c’è carenza di salmoni. Solo che il salmone rosa, perfettamente commestibile, dovrebbe essere pescato prima che risalga a monte, ma non c’è un’industria e un’infrastruttura atta a pescarli e commercializzarli.
La Scandinavia ha un problema con il salmone rosa
Particolarmente a rischio è il fiume Tana o Tanaelva, proprio al confine fra la Norvegia e la Finlandia. Questo è considerato il più grande fiume atlantico ricco di salmoni del mondo, oltre a essere uno dei fiumi più puliti e incontaminati visto che attraversa le regioni non inquinate dal Finnmark, la contea più settentrionale della Norvegia fino alla Lapponia.
O forse è meglio dire che era uno dei fiumi più puliti visto che ora le sue acque e le sue sponde puzzano a causa delle migliaia di carcasse di salmoni in decomposizione. Il problema è che le acque del fiume sono state letteralmente invase dal salmone rosa del Pacifico, specie invasiva localmente visto che qui si trova il salmone dell’Atlantico.
Noto anche come salmone gobbo per via della sua tipica protuberanza o come pukkellak, il salmone rosa venne introdotto negli anni Cinquanta nella penisola di Kola, in Russia, per dare nuovo stimolo all’economia.
Solo che a causa dei cambiamenti climatici, questi pesci si sono spostati sempre più a ovest fino ad arrivare al fiume Tana. Arrivati qui, però, sono così tanti che finiscono col morire e marcire, appestando l’aria.
Come dicevamo prima il salmone rosa, se pescato, è buono da mangiare, ma solo se pescato in mare o subito dopo essere entrato nel fiume. Tuttavia in Scandinavia questa è una specie nuova e non c’è un’industria della pesca che se ne occupi. Sono pochissime le persone che hanno la licenza per pescarlo e venderlo.
Così tutti questi salmoni rosa risalgono il fiume, depongono presto le uova, muoiono e marciscono. Il lasso di tempo utile per catturarlo e mangiarlo è molto breve. Ma il guaio è che in pochi hanno le licenze per pescarlo.
Secondo gli esperti, questo mette a rischio il salmone dell’Atlantico autoctono. Quest’anno la pesca di salmoni atlantici e salmerini è stata più ridotta del solito, tanto che la stagione della pesca si è fermata prima del solito.
Fra il 2021 e il 2022 il numero di femmine di salmone atlantico nei fiumi finlandesi è sceso dal 42 al 78%, la variabilità dipende dal fiume esaminato. Il rischio è che l’invasione da parte del salmone rosa possa ulteriormente peggiorare questa situazione. Oltre a soppiantare i pesci autoctoni e a ridurre le riserve di cibo, potrebbero portare malattie che finirebbero con l’infettare i loro cugini atlantici.
Stessa cosa che, fra l’altro, sta avvenendo in Islanda a seguito della fuga di migliaia di pesci d’allevamento.
Per ovviare al problema, la Finlandia sta incoraggiando i pescatori a dedicarsi alla pesca del salmone rosa, mentre la Norvegia sta sovvenzionando la loro pesca i dozzine di fiumi. Inoltre in Norvegia nei principali fiumi sono state predisposte recinzioni e trappole a rete galleggiante per impedire a questi salmoni di risalire i fiumi.
E chissà che anche in Norvegia e Finlandia gli chef locali non si stiano dando battaglia inserendo il salmone rosa ovunque nei loro piatti, come succede qui da noi in Italia? Non dobbiamo ricordarvi della pizza della discordia di Sorbillo, del tiramisù al granchio blu e della ricetta di Alessadro Borghese, vero?