Siete dei matusa. Per questo guardate con diffidenza le pizze preparate da “Vincenzo”. Vincenzo nel senso del più evoluto robot inserito nel suo team da Zume.
Zume? Lo sapete come sono gli startupper, ragazzi svegli che provano a innovare e sperano di imporre le loro creature come vere aziende sul mercato. Faticano. Perdono. Non demordono. Fino a quando qualcuno s’innamora delle loro invenzioni, allora arrivano gli investimenti, in qualche caso milionari.
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Sta capitando a Zume, come dicevamo, dove da tempo sono arrivati gli investimenti, i fatturati, i margini, i dipendenti.
Lo ha appena confermato il Wall Street Journal: “il robot-pizzaiolo vale già oltre due miliardi di dollari”. Forse avevamo avuto l’occhio lungo quando ve ne abbiamo parlato per la prima volta, nel 2016, ad appena un anno dalla nascita della startup siliconvallica. Spiegandovi anche il processo automatizzato di Zume passo dopo passo.
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Cui oggi si è aggiunto un meccanismo perfetto per la cottura, da ultimare proprio in fase di consegna, guidato da un software che lo controlla nel retro del furgone, in modo che la pizza arrivi calda e croccante alla meta. Come sta accadendo nella fase di test con le prime pizze che arrivano nella case intorno alla Silicon Valley.
Un metodo che consentirebbe di superare l’eterno problema delle consegne a domicilio, ovvero il raffreddamento durante il viaggio. Hai detto niente. Non a caso sarebbe questo il valore aggiunto che ha permesso a Zume la crescita impetuosa degli ultimi mesi.
Nel quartier generale di Zume sperano tra l’altro che, avviata in modo efficiente la macchina della pizza, si possa replicare per la preparazione e consegna di torte e altri alimenti.
Ma gli startupper devono ancora lavorare. La giornalista americana Tecla S. Perry ha messo alla prova la pizza di Zume, su Spectrum, rivista specializzata in tecnologia.
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Restando abbastanza delusa: il cornicione non avrebbe la consistenza delle “pizze a canotto” di Francesco Martucci, magnifico pizzaiolo casertano.
[Crediti | Corriere della Sera, Wall Street Journal, Spectrum]