Colpo di cuoco-mercato per Famiglia Rana, il ristorante legato alla più celebre dinastia della pasta fresca e già detentore della stella Michelin dal 2022 col precedente chef Giuseppe d’Aquino. Il nuovo titolare delle cucine del locale di Vallese di Oppeano è Francesco Sodano, anche lui campano (è di Somma Vesuviana), classe 1988, fresco di esperienza come head chef al Faro di Capo d’Orso in penisola sorrentina, annovera tra i suoi mentori Oliver Glowig e Anthony Genovese, vantando anche uno stage al Fat Duck di Heston Blumenthal e un passaggio al Quattro Passi di Nerano, fresco di incoronazione a tristellato.
Il ristorante
Fortemente voluto da Gian Luca Rana, figlio del fondatore e amministratore delegato dell’azienda, il ristorante “Famiglia Rana” ha riaperto in questi giorni dopo un periodo di profondo restyling e vuole essere un punto d’incontro per talenti provenienti dalla più svariate estrazioni: non mancano le installazioni artistiche come quella sospesa al soffitto, omaggio alla valle del Feniletto e opera dell’artista locale Ottavia Bosco, Cantieri Creativi e PÖI sono i collettivi che si sono occupati delle cromie, delle illustrazioni e delle stampe, e le stoffe di tovagliati e grembiuli sono frutto della collaborazione con la cooperativa QUID di Verona.
La Cucina
Chef Sodano ci ha abituati non solo ad una cucina di grande contemporaneità e perizia tecnica, in grado di pescare a piene mani tra le tematiche più moderne, restando comunque sempre riconoscibile e mediterraneo. Fermentazioni, acidità portanti, affumicature, braci, frollatura del pesce, un repertorio apparentemente infinito di tecniche e ispirazioni, che siamo certi verrà ampiamente sfruttato anche in questa nuova esperienza. Il menu principale è “Ricomincio da tre”, naturalmente ispirato al film di Massimo Troisi, una biografia dell’autore in 12 portate a 180€, tra piatti signature come il Porro tra fumo e cenere, e l’omaggio agli ingredienti locali del Risone allo stoccafisso di storione. Il menù “Contaminazioni” (da 6 portate a 130€ e 8 a 150€) vuole unire tecniche asiatiche e materie prime italiane, mentre il “Vegetale” (8 portate a 120€ o 6 per 90€) prevede la possibilità di qualche elemento di origine animale in abbinamento.