La disastrosa alluvione a Valencia non ha risparmiato nessuno. Nemmeno il ristoranteEl Poblet, creatura da due stelle Michelin dello chef spagnolo Enrique Dacosta. L’annuncio su Instagram, dove Dacosta è particolarmente attivo, conferma i sospetti: la struttura situata all’interno del parco naturale Albufera non esiste più. L’ultima vittima di una catastrofe naturale che ha colpito tutti, in senso fisico e spirituale.
Cos’era El Poblet
El Poblet era il progetto d’amore di Enrique, detto Quique Dacosta. Si chiamava così infatti il suo primo ristorante a Dénia, che oggi porta il suo nome e il peso di ben tre stelle Michelin. La cucina in questo splendido e selvaggio angolo di Valencia era curata dallo chef Luis Valls. Lo stile viene definito dal sito ufficiale della Michelin come “fusione di cucina innovativa e moderna valenciana, ben radicata nella tradizione e ricca di personalità”.
In carta soltanto ingredienti locali con una particolare attenzione agli agrumi, di cui il ristorante si era fatto hub di ricerca. Sedersi a El Poblet voleva dire scegliere tra due tasting menu: Citat Vella, il più completo e descritto come un viaggio nella gastronomia di Valencia; Territori, nove portate ispirate alla memoria gustativa dei prodotti tipici. A côté, una formidabile carta dei vini e di whisky al malto.
Chef colpiti dalle alluvioni
Proprio due settimane fa davamo la notizia dell’alluvione di Bologna, e dell’abbraccio di Bruno Barbieri alla sua città. Stavolta troviamo un altro chef, colpito in pieno (fortunatamente solo in senso strutturale) dal disastro di Valencia. Alimentato, anche in questo caso, in primis da cambiamento climatico, e da infrastrutture e scelte di governo parecchio discutibili e decisamente fragili.
Mentre le vittime continuano a salire e i danni si fanno incalcolabili, spuntano i dettagli delle vite di ognuno alle prese con le conseguenze dell’alluvione. Dacosta fa sapere dai suoi social: “Siamo collassati. Ma siamo vivi. I danni sono notevoli, inestimabili al momento. Siamo crollati. Ma stiamo bene, e questa è la cosa più importante”. Oltre a volontari e soccorritori, un supporto morale giunge anche dall’Italia. Chef Davide Oldani, che aveva collaborato con Dacosta alla manifestazione Ein Prosit a Udine, dedica un pensiero al collega: “Un dramma che non ci può lasciare indifferenti… Troppe vite perse e troppa vita persa. Aiutiamoli!”.