Il rilancio di Campari passa da un taglio di 500 posti di lavoro

Il piano del nuovo AD Simon Hunt verrà presentato a marzo, e non ci sono buone notizie per i lavoratori di Campari.

Il rilancio di Campari passa da un taglio di 500 posti di lavoro

Il nuovo amministratore delegato di Campari Group, Simon Hunt, comincia a darsi da fare per risollevare la situazione del marchio e, come prevedibile, non ci sono buone notizie in arrivo per i lavoratori. Il top manager britannico è entrato in carica a metà gennaio in una fase abbastanza burrascosa per l’azienda, dopo le rocambolesche dimissioni di Matteo Fantacchiotti e il periodo di transizione gestito da Paolo Marchesini e Fabio Di Fede, e la sua missione è chiarissima: tagliare i costi e razionalizzare il portfolio.

500 licenziamenti in arrivo

campari

Il piano verrà presentato ufficialmente il 4 marzo, e ha come obiettivo il recupero di un margine operativo lordo in caduta libera, che ha segnato un -14% nel solo terzo trimestre del 2024, così come il titolo in borsa il cui valore è calato del 46% nell’ultimo anno.

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Non si sa ancora molto di quali saranno le conseguenze per i marchi del gruppo ma e quali verranno presumibilmente ceduti ma, secondo quanto riportato da Milano Finanza, i numeri sui tagli del personale sono chiarissimi. Dei cinquemila lavoratori impiegati in 25 stabilimenti nel mondo è previsto un taglio del 10%, lasciando a casa quindi cinquecento persone, di cui cento solo in Italia, dirigenti inclusi, e non è detto si tratti dell’unico giro di licenziamenti.

I guai per Campari arrivano soprattutto dagli Stati Uniti, mercato che vale circa un terzo dei ricavi: qui, nonostante le buone performance di Aperol e della tequila Espolon, l’aumento dei prezzi e i cambiamenti delle abitudini di consumo sempre più tendenti al salutismo hanno impattato negativamente sugli affari, e la nuova amministrazione Trump non promette miglioramenti con la promessa di dazi che complicherebbero l’importazione della tequila dal Messico.