Il Regno Unito ha speso quasi 2 milioni di sterline per capire se la carne coltivata è sicura, e alla fine ha deciso

Sulla carne coltivata c'è ben poco da tifare, ci insegna l'Inghilterra passando la palla avvelenata (spoiler: pare di no) alla scienza. Cronache da un altro fronte.

Il Regno Unito ha speso quasi 2 milioni di sterline per capire se la carne coltivata è sicura, e alla fine ha deciso

Paese che vai, atteggiamento sulla carne coltivata che trovi. Mentre da noi il Ministro dell’Agricoltura insiste con la sua personalissima (e anche un po’ sgangherata, visti i risultati) crociata contro i prodotti alternativi alla carne, l’Inghilterra dimostra una posizione ben più pragmatica, e l’ente britannico che si occupa della regolamentazione alimentare, la FSA (Food Standards Agency) riceve dal governo un finanziamento da 1,6 milioni di sterline per sviluppare un protocollo efficiente per stabilire la sicurezza di “novel foods” e proteine alternative. Un’iniziativa evidentemente necessaria viste le già numerose domande per la commercializzazione di manzo, pollo e foie gras già presentate, e con la previsione di riceverne almeno altre quindici nei prossimi due anni.

La FSA e le carni coltivate

carne coltivata

Per quanto sulla carta le cellule della carni coltivate in laboratorio siano uguali a quelle provenienti dai macelli, avere la certezza della loro sicurezza per l’alimentazione umana resta fondamentale. Così spiega Robin May, consulente scientifico capo della FSA: “le aziende stanno ovviamente puntando a prodotti indistinguibili dai loro equivalenti animali, ma i modi in cui raggiungono quell’obiettivo e profondamente differente“.

Il Regno Unito è il primo Paese europeo ad approvare la carne coltivata (ma non per gli umani) Il Regno Unito è il primo Paese europeo ad approvare la carne coltivata (ma non per gli umani)

Di solito si parte da un cocktail molto complesso di materiale e fattori di crescita. Sono tutti sicuri? Perché se ne potrebbero trovare tracce nel prodotto finale. Inoltre, potrebbero esserci cambiamenti genetici nelle cellule che potrebbero rivelarsi in qualche modo rischiosi?”. Un atteggiamento comunque prudente quindi, ma che non si preclude un futuro di opportunità per i consumatori e le imprese, come tiene a sottolineare lo stesso May: “c’è molto potenziale per ogni sorta di beneficio in termini di salute, sostenibilità, benessere, e scelta per il consumatore”.

Due anni di lavoro

Questo progetto di sviluppo di criteri di sicurezza dovrebbe richiedere due anni, portando quindi nel 2026 il Regno Unito ad unirsi ad altre nazioni come Singapore e Stati Uniti, che hanno approvato la vendita del pollo coltivato rispettivamente nel 2020 e nel 2023, e Israele, dove la vendita di bistecche coltivate è iniziata quest’anno. A chi critica la FSA per essere troppo lenta nel prendere decisioni circa questi nuovi cibi, questa è la risposta: “la cosa più importante è che il cibo che compri sia cibo di cui ti puoi fidare. Quindi penso che la gente si aspetti da noi tutti gli sforzi possibili per avere una sicurezza alimentare”. Chissà cosa penserebbero questi critici dei tentativi di ostacolare la ricerca e pure limitare la libertà di dare nomi commerciali in voga da queste parti.