Il Regno Unito contro il junk food: stop agli spot tv e agli energy drink per i minori

Il Regno Unito riprende la guerra al junk food: il divieto progettato, però, ha una lunga storia di false partenze.

Il Regno Unito contro il junk food: stop agli spot tv e agli energy drink per i minori

Cibo spazzatura, ultra-processato o, se preferite, junk food: fa male alla salute, fisica e mentale, e spesso e volentieri lo sappiamo (o crediamo di saperlo) più per istinto che a causa di prove scientifiche (che, per inciso: esistono e sono numerosissime). Nel Regno Unito è guerra: la messa in onda di pubblicità di prodotti appartenenti a queste categorie sarà vietata fino alle ore 21; mentre il materiale pubblicitario online verrà bandito completamente. Sarà sufficiente?

La verità è che il Regno Unito ha un grosso problema con il cosiddetto junk food. Secondo le analisi più recenti circa due terzi delle categorie ingerite da un adolescente d’Oltremanica proviene da cibo ultra-processato, con picchi particolarmente preoccupanti per quanto riguarda i contesti sociali ed economici più svantaggiati.

Allo stesso tempo, la maggior parte dei cittadini inglesi sarebbe favorevole a tasse più alte per questi particolari alimenti, con l’idea di usare i proventi per finanziare progetti alimentari per le famiglie più povere: ma come si sta muovendo il governo, in questo mosaico?

I divieti alla pubblicità, spiegati nel dettaglio

cibo ultraprocessato

L’annuncio del doppio divieto, per così definirlo, è arrivato dallo stesso Andrew Gwynne, ministro della sanità pubblica. Le misure entreranno in vigore a partire dal primo ottobre del 2025, ma è bene notare che i primi piani di questo genere risalgono addirittura all’epoca di BoJo.

Se pensate gli alimenti ultra processati non vi riguardino è perché non sapete quali sono Se pensate gli alimenti ultra processati non vi riguardino è perché non sapete quali sono

Come riportato dai colleghi del The Guardian, infatti, l’eventuale divieto al materiale pubblicitario di junk food ed energy drink nelle fasce orarie più frequentate dai bambini (o negli spazi della rete, per l’appunto) fu pianificato addirittura da Boris Johnson: l’ex Primo ministro, però, ritenne infine opportuno rimandare l’entrata in vigore con l’idea di aiutare le famiglie più in difficoltà ad affrontare le tensioni inflazionistiche immediatamente successive al Covid. La sua indecisione, a onore del vero, fu fortemente criticata; ma non fu l’unico.

Lo stesso Rishi Sunak, suo eventuale successore, riprese i piani di un potenziale divieto pianificando di introdurlo nel gennaio del 2023, salvo poi cedere a sua volta alla tentazione di un posticipo. Anche in questo caso, Sunak fu accusato di avere anteposto gli interessi delle grandi imprese al miglioramento salute dei bambini.

Katharine Jenner, direttrice dell’Obesity Health Alliance, ha spiegato che la misura è mossa a causa della diffusa preoccupazione sul numero di bambini in sovrappeso in Inghilterra. “Più di un bambino su cinque in Inghilterra è in sovrappeso o convive con l’obesità quando inizia la scuola primaria, e questa percentuale sale a più di un terzo quando la lascia”, ha spiegato.