Ci risiamo: il ministro dell’agricoltura ha fatto un nuovo video sulle sue api. Un altro. Il terzo (sì? Abbiamo perso il conto) da quando aveva annunciato l’iniziativa a maggio. Bello e significativo il progetto “Apincittà”, non lo mettiamo in dubbio, ma non ci saranno altri temi importanti di cui parlare?
Il presidente ci illumina
Facciamo un passetto indietro per chi si stesse connettendo solo ora sulla faccenda. Per farla breve: l’apiario voluto dal ministro a maggio è stato distrutto (o meglio, svuotato) poco tempo fa da un attacco di vespe orientali.
Torniamo a oggi. In questo ultimo video postato sui social viene coinvolto anche Raffaele Cirone, presidente della Federazione Apicoltori Italiani (FAI), sorridente e chiarissimo nella sua spiegazione. Cirone ci dice che la soluzione che stanno implementando per tentare di rimettere in piedi l’apiario e proteggere le api dalle vespe orientali che le attaccano prevede l’installazione di trappole contro le vespe; escluso del tutto dai giochi l’uso di sostanze chimiche. La stessa tecnica sperimentata sul tetto del MASAF dovrebbe essere applicata anche su larga scala all’apicoltura italiana – perché, lo ricordiamo, la questione va ben oltre le arnie tricolori di Lollo.
Apiari metaforici e liquami reali
Il nostro ministro ci tiene anche stavolta ad aggiungere una glossa metaforica. Sottolinea, infatti, che le api sono di base capaci di difendersi da sole dalle vespe, ma solo se queste sono in numero ridotto. Gli insetti non sono quindi unicamente simbolo di operosità, come ci aveva già detto a maggio, ma anche di come il lavoro comunitario permetta di proteggere ciò che abbiamo di più prezioso.
Tutto molto bello e giusto (quello che dice il presidente; sulla metafora di Lollobrigida dovremmo rifletterci un po’), ma non è che, tra un video sulle api e l’altro, ci illuminerebbe anche su altre faccende importanti? Tipo la peste suina africana e i camion che spargono qua e là liquami infetti? Ci chiedevamo anche se fosse spuntato un portavoce nel frattempo, magari prima del G7 dove ci illumineranno sui tanto auspicati metodi di pesca alternativi.