In ricordo di Agitu Ideo Gudeta de La Capra Felice, uccisa da un suo operaio a dicembre 2020 per una questione di pagamenti in sospeso, ecco che arriva la notizia che l’Associazione Il Melograno di Brentonico ha dato vita al primo formaggio prodotto in Burundi usando i macchinari che la donna etiope utilizzava in Val dei Mocheni per produrre il suo formaggio.
Il formaggio del Burundi in ricordo di Agitu
Agitu Ideo Gudeta era una rifugiata etiope che aveva aperto una fattoria e azienda biologica in Val dei Mocheni, La Capra Felice per l’appunto, diventando un simbolo di rinascita e riscatto. Qui, come pastore, allevava le capre (è proprio grazie al suo lavoro se si era riusciti a salvare dall’estinzione la capra mochena, minacciata dai continui attacchi degli orsi), con le quali produceva poi il suo formaggio. Solo che a fine dicembre 2020 era stata vittima di un suo operaio che l’aveva uccisa nella sua stessa casa di Frassilongo a causa a quanto pare di uno stipendio non pagato.
Suleiman Adams aveva infatti confessato l’omicidio della donna, venendo poi condannato a 20 anni di carcere.
Ma tutto il lavoro fatto da Agitu non è andato sprecato. Così come non sono andati sprecati i macchinari del suo caseificio e laboratorio. Infatti tutte le attrezzature e i macchinari che utilizzava nel suo caseificio di Frassilongo per produrre i suoi formaggi, grazie al lavoro svolto dall’associazione Il Melograno di Brentonico (che da tempo ha al suo attivo diversi progetti in Africa), ecco che sono stati trasportati e installati in Burundi.
Qui è nato così un caseificio che porterà avanti il lavoro di Agitu. Per aiutare gli abitanti del posto a impratichirsi con questi macchinari, ecco che un casaro del trentino si è momentaneamente trasferito in Burundi per formare i futuri pastori e casari locali. Grazie al loro lavoro, ecco che i primi 400 litri di latte sono già stati lavorati, producendo 40 kg di formaggio e ricotta.
In questo modo sono state preparate numerose forme di ricotta, alcune a forma di cuore proprio per ricordare Agitu e il suo lavoro come pastore e casaro ed altre nei classici cestini della ricotta. La particolarità è che, a quanto pare, in Africa la resa del latte è superiore del 30-40% rispetto a un’analoga produzione in Trentino, il che è una buona notizia soprattutto per quanto riguarda la produzione locale. Il lavoro e l’opera di Agitu, dunque, continuerà adesso in Burundi.