I prezzi del cacao sono saliti ai massimi livelli degli ultimi 46 anni presso l’Intercontinental Exchange di Londra. La cosiddetta pietra dello scandalo, stando a quanto lasciato trapelare, riguarda i problemi climatici che hanno colpito i Paesi dell’Africa occidentale nel corso degli ultimi mesi: un lungo periodo di spietata siccità, seguita poi da piogge abbondanti – troppo abbondanti, di fatto – ha infatti minacciato pesantemente le prospettive di produzione dei principali fornitori della materia prima in questione. Stando a quanto riportato da Reuters, il contratto di riferimento per il cacao, risalente al mese di settembre, ha guadagnato oltre il 2% mercoledì a 2.590 sterline per tonnellata – il più alto dall’ormai lontano 1977, quando fu di 2.594 sterline.
Prezzi del cacao alle stelle: tutti i dettagli sui rincari
La formula la dovreste già conoscere – un deficit di produzione causa (naturalmente) una mole produttiva minore, e quando un dato prodotto diventa più raro il suo prezzo tende a salire. Si tratta, giusto per farvi un esempio al volo, dello stesso meccanismo (poi macchiato da torbide speculazioni) che ha dominato parte della cronaca sui prezzi alimentari in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte delle forze armate russe, determinando un sostanziale blocco delle esportazioni gialloblu di grano, cereali e oli vegetali.
I numeri confermano tendenzialmente questa tesi: gli arrivi di cacao destinato all’esportazione verso il resto del mondo nei porti della Costa d’Avorio, uno dei principali produttori al mondo della materia prima in questione, sono di fatto diminuiti di quasi il 5% nel corso di questa stagione produttiva.
Allo stesso tempo, l’Organizzazione internazionale del cacao (ICCO) ha di recente aggiornato le proprie previsioni sul raccolto di cacao indicando un deficit di 142 mila tonnellate (il rapporto precedente, per darvi un’idea, indicava invece un deficit di 60 mila tonnellate). “È la seconda stagione consecutiva con un deficit di offerta” ha commentato a tal proposito Leonardo Rosseti, analista di settore.
Dopo il sopracitato periodo siccitoso a preoccupare i coltivatori della Costa d’Avorio è, in un ribaltamento spietatamente ironico, la pioggia troppo abbondante: stando a quanto riportato diversi campi sono stati di fatto allagati, danneggiando ulteriormente il raccolto principale che dovrebbe prendere il via nel mese di ottobre. È bene notare, per di più, che le piogge in eccesso – e più in generale le condizioni di umidità – non andranno solamente a impattare sui mesi a venire, ma stanno anche già danneggiando il cacao già raccolto in quanto impediscono alle fave di completare al meglio il processo di essicazione.