Sembra proprio che il presidente brasiliano Lula sia rimasto alquanto deluso dalla cucina di Roma e Parigi. Al termine del suo viaggio ufficiale in Italia e Francia, infatti, il presidente non ha avuto peli sulla lingua: a Roma e a Parigi ha mangiato troppo poco, non c’erano gli ampi vassoi di cibo fra cui scegliere a cui era abituato e i piatti erano troppo sofisticati.
Perché il presidente Lula non ha gradito l’esperienza culinaria in Italia e Francia?
Che gli addetti ai pranzi diplomatici prendano nota: la prossima volta che il presidente Lula verrà in viaggio ufficiale in Italia, astenersi da pranzi e cene formali, ma prenotare da Lillu Er Porchettaro (nome di fantasia inventato sul momento).
Questo perché dopo essere tornato in Brasile, il presidente Lula si è sentito in dovere di spiegare sul suo canale YouTube come avesse mangiato in Italia e in Francia. Ebbene: Lula non è stato per niente soddisfatto dai pranzi e dalle cene consumati insieme a Mattarella e Macron.
Il problema principale per Lula sono state le porzioni, troppo piccole per lui che vuole le “quantità”. Insomma, Lula uno di noi: non vi ricorda un po’ quei genitori dei futuri sposi che vanno in cerca del ristorante perfetto, ne scelgono uno di altissimo livello perché bisogna fare bella figura col parentame, ma al momento della scelta del menu, dopo aver annuito con sguardo perso nel vuoto alle varie proposte gourmet del ristorante, dicono al ristoratore “Guarda, a me tutto quello che interessa è che le porzioni siano belle abbondanti”?
Ecco, la sensazione è questa. Comunque sia Lula non si è lamentato solo della quantità, ma anche della tipologia di piatti: per lui alcune portate erano troppo sofisticate. Anzi: alcuni piatti proposti sono stati così sofisticati che lui non ha neanche capito di che cosa si trattasse.
Lula ha poi spiegato che lui preferisce una cucina “popolare” e “abbondante” (ok Lula, abbiamo capito che vuoi i piatti a montagnola). Il presidente si è anche lamentato del fatto che non ci fosse un grande vassoio su cui scegliere e avere quello che desideri, una cosa a cui lui non è abituato. Ha poi ribadito che ha bisogno della quantità, sostenendo che “sarà pure ingordigia, ma mi piace la quantità”.
Inoltre ha anche contestato il fatto che non ci fossero alcuni piatti tipici brasiliani come la rabada, cioè la zuppa di coda di bue con cipolla e verdure e la galinhada, cioè uno stufato di riso, pollo e zafferano. Beh, sai com’è, di solito in questi pranzi ufficiali la maggior parte dei piatti tende a rappresentare la cucina del paese ospitante.
Lula ha poi continuato sostenendo che durante le visite ufficiali non si mangia mai bene. Secondo lui nei palazzi presidenziali non si mangia bene da nessuna parte del mondo. Inoltre c’è un altro problema: quando si trova all’estero in veste ufficiale non può mai andare al ristorante in quanto deve per forza mangiare in albergo e il cibo degli alberghi non è mai buono. Beh, però qualcuno faccia notare a Lula che il problema qui dipende dalla scelta degli alberghi: mi risulta che ci siano tantissimi hotel con annessi ristoranti rinomati e stellati. Ah, già, ma c’è il problema che Lula ama la cucina popolare e non quella troppo sofisticata. Come non detto.
Pare invece che Lula non abbia criticato la cucina della Spagna e del Portogallo: qui pranzi e cene sono stati apprezzati.