Il premio di Lollobrigida alla cucina italiana blocca il Parlamento: la polemica di Marattin

La proposta di legge per istituire il premio di Maestro dell'arte della cucina italiana ha rallentato gli ingranaggi del Parlamento.

Il premio di Lollobrigida alla cucina italiana blocca il Parlamento: la polemica di Marattin

Non fraintendeteci – il cibo, e ancor di più la cucina, è una faccenda seria. Lo sappiamo noi, lo sapete voi, lo sa lo Stivale intero e lo sanno anche all’estero, tant’è che non si perde occasione di accostare il Bel Paese alla sacra trinità di pasta, pizza e mandolino (qualunque cosa sia) come fece il The Economist qualche tempo fa, per paragonare la crisi economica d’Oltremanica al normale stato delle cose da questa parte delle Alpi.

Stereotipo stantio, noioso e annoiante, eppure puntualmente riconfermato. Un esempio? Beh, prendiamo il premio di Maestro dell’arte della cucina italiana, proposto da Francesco Lollobrigida – un provvedimento che parla alla pancia (in tutti i sensi) e che sta bloccando gli ingranaggi (già lenti) del Parlamento.

La cucina è una cosa seria, ma…

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Ci rendiamo conto che ci stiamo per addentrare in un terreno spinoso. A puntare il dito, anche con moderazione, contro la cucina italiana (o ogni potenziale affiliato, come il provvedimento in questione per l’appunto) si rischia di essere accusati, nella migliore delle ipotesi, di lesa maestà. Nella peggiore si è invece immediatamente bollati come nemici della patria.

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C’è però un modo e soprattutto un tempo per ogni cosa, anche quando si parla del tassello imprescindibile del mosaico italico. Diamo un’occhiata alle parole di Luigi Marattin, deputato di Italia Viva: “A dieci giorni dalla legge di Bilancio (che di disposizioni così ne conteneva centinaia), il Ministero dell’Agricoltura ha ritenuto opportuno presentare una proposta di legge per istituire il premio di Maestro dell’arte della cucina italiana, che stiamo esaminando ora in Commissione Bilancio perché ha un impatto finanziario di 2.000 euro”.

Anche lo stesso Marattin percepisce (giustamente) l’infiammabilità dell’argomento, e immediatamente alza le mani: “Niente contro la cucina italiana, di cui sono un indegno apprendista”. Basterà a disinnescare i paladini del gusto? Vedremo. Quel che ci interessa di più che è nelle righe successive però arriva, ancora più legittimamente, la stoccata: “Ma non si poteva mettere questa roba in legge di bilancio? O in un uno dei cinque decreti legge al mese che questo governo fa?”.

Il problema, come abbiamo accennato in apertura, è che gli ingranaggi rischiano di impantanarsi. “E poi che facciamo” continua Marattin “teniamo impegnati due rami del Parlamento (esame delle commissioni consultive, calendarizzazioni nel programma d’aula ecc) su un provvedimento da duemila euro?!”.

La ragione di Stato non può aspettare. E la cucina italiana nemmeno, a quanto pare. “Il sospetto è che al ministro Francesco Lollobrigida” conclude Marattin “piaccia la “produzione di carta a mezzo di carta”, come abbiamo già visto con la carte coltivata”.