Il premier giapponese come Lamberto Sposini e Nicola Zingaretti: mangia del pesce di Fukushima in diretta

Il pesce proveniente dalla regione di Fukushima è sano e sicuro? Il premier giapponese non ha dubbi, e si siede a tavola per provarlo.

Il premier giapponese come Lamberto Sposini e Nicola Zingaretti: mangia del pesce di Fukushima in diretta

Nulla da temere, il pesce pescato nella regione di Fukushima è perfettamente sicuro al consumo – e a dirlo è lo stesso premier giapponese Fumio Kishida, che in un video recentemente divulgato dalle autorità nipponiche si siede a tavola con altri tre ministri per mangiare alcuni prodotti alimentari del posto. Il messaggio è forte e chiaro – la preoccupazione della Cina, blocco all’import di pesce naturalmente compreso, è nella migliore delle ipotesi fuori luogo e nella peggiore volutamente maliziosa per screditare il governo giapponese. La vicenda, tuttavia, merita un piccolo riassunto: perché si torna a parlare della centrale nucleare di Fukushima a più di dieci anni dal disastro nucleare che la coinvolse?

Il pesce di Fukushima è sano: il video del premier giapponese

pescatori

Occorre fare, per avere una visione più precisa e compiuta di quanto sta accadendo in questo particolare angolo di mondo, un piccolo balzo all’indietro: nella giornata di giovedì 24 agosto il Giappone ha dato il via alle operazioni di scarico delle acque reflue radioattive della centrale nucleare di Fukushima nell’Oceano Pacifico. Le parole, inutile sottolinearlo, hanno un certo peso; tanto più quando si parla di un qualcosa – come il nucleare, per l’appunto – che nella (carente e talvolta disinformata) consapevolezza pubblica viene immediatamente associato al pericolo, al disastro, alla morte.

La Cina blocca l’import di pesce dal Giappone per la questione Fukushima La Cina blocca l’import di pesce dal Giappone per la questione Fukushima

La reazione degli altri Paesi del blocco asiatico – Cina, Hong Kong e Corea del Sud in particolare – è stata fulminea e decisa: una solida condanna alle scelte del governo giapponese, con Pechino che non ha esitato ad accusare le autorità nipponiche di stare utilizzando il Pacifico “come una fogna”. Le ripercussioni non si sono fatte attendere – il sopracitato blocco cinese alle importazioni di pesce proveniente dalla regione di Fukushima, tanto per intenderci, altro non è che il punto esclamativo a una più lunga serie di restrizioni di simile natura già adottate dalla Corea del Sud e da Hong Kong.

Insomma, la condanna pare unanime e soprattutto riunita sotto l’allettante vessillo dell’allarmismo. Al di là delle (piuttosto comprensibili, se siamo comuni cittadini; ma discutibili quando si parla di autorità governative) preoccupazioni, è infatti bene notare che l’intera operazione di rilascio delle acque di Fukushima nel Pacifico è stata valutata e in seguito approvata dall’genzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), l’organismo incaricato del controllo nucleare delle Nazioni Unite, che ha riconosciuto il pieno rispetto degli standard di sicurezza descrivendo l’impatto radiologico dell’operazione come “trascurabile su persone e ambiente”.

In altre parole, il sospetto delle autorità nipponiche è quello che la Cina – e altri Paesi con lei – stia portando avanti una propaganda con l’obiettivo di danneggiare l’immagine (e l’economia) del Giappone. Da qui la mossa del premier Fumio Kishida: un pasto con pesce e altri prodotti alimentari provenienti dalle acque e dalle terre della regione di Fukushima per smentire le accuse e provare la sicurezza delle operazioni in corso. Il verdetto? “Molto buono”, ha commentato mentre si gustava il sashimi.