C’è chi prende i propri elettori per la pancia e chi per la gola. Prendete l’esempio di Jeremy Rockliff, premier della Tasmania e Willy Wonka dei tempi moderni, che in occasione di una visita alla Cadbury’s Chocolate Factory – l’impianto di produzione di cioccolato più grande dell’emisfero meridionale – ha promesso ai propri elettori di realizzare la fontana di cioccolato più grande al mondo. In cambio dei loro voti, beninteso.
Presentata dallo stesso Rockliff come “la migliore cosa che possa accadere all’industria turistica dai tempi del Museum of Old and New Art”, la fontana di cioccolato di cui sopra sarebbe accompagnata dalla realizzazione di uno “studio premium”, un nuovo laboratorio che permette di creare delle tavolette fai-da-te (“un luogo in cui i tasmaniani possono creare il proprio cioccolato della Tasmania con ingredienti della Tasmania”, ha spiegato il premier: una promessa che, per come è posta, farebbe un successone dalle nostre parti), un emporio, una caffetteria, un parco giochi e “molto altro ancora” .
Ma ci saranno anche gli Umpa Lumpa?
Ok, le promesse sono scintillanti (e soprattutto golose), ma è bene tradurle in termini più pratici. Partiamo dai termini prettamente economici: il governo Rockliff, caso mai dovesse essere riconfermato, metterebbe a disposizione 12 milioni di dollari (su un totale complessivo di 100 milioni) per realizzare il progetto della chocolate experience – fontana di cioccolato più grande al mondo naturalmente compresa.
A proposito – stando al Guinness World Record la fontana di cioccolato più alta al mondo è di fatto proprietà dei cioccolatieri austriaci Confiserie Wenschitz GmbH, con un’altezza di 12,27 metri e un migliaio di chilogrammi di cioccolato liquido che scorrono sui suoi pannelli.
Vale poi la pena notare che, al netto delle promesse di Rockliff, non è ancora chiaro se il pubblico avrà l’occasione di assaggiare il cioccolato della fontana tasmaniana o se ci saranno delle (comprensibili, a dire il vero) norme di sicurezza che andranno a impedirlo.
L’idea di Rockliff, in ogni caso, non ha convinto tutti: Meg Webb, membro indipendente del consiglio legislativo della Tasmania, ha ad esempio sottolineato come l’investimento ventilato dal premier potrebbe essere impiegato per fornire finanziamenti aggiuntivi a servizi governativi in difficoltà, come l‘assistenza sanitaria.
“Quei 12 milioni di dollari sono un’enorme quantità di denaro se si pensa ai modi in cui potrebbero essere spesi in aree che chiedono a gran voce il sostegno del governo e che sono di fatto responsabilità del governo”, ha spiegato. “Mi sembra un tentativo disperato di restare al potere”.