La domanda è: il fenomeno della birra artigianale è ormai stazionario, è ancora in crescita o è prossimo a scoppiare?
La risposta la lascio agli esperti, ma quel che mi pare evidente è che birra, gelato e pizza sono prodotti che negli ultimi anni hanno fatto un percorso meraviglioso di crescita.
Ve li ricordate gli anni Ottanta? Mangiavamo delle pizze terribili, ci concedevamo al massimo una Dreher e alla fine tutti a farsi un cono di puffo e variegato all’amarena Sabbri (quella Fabbri era già chic).
Di IPA ne è passata sotto i ponti, da allora, e la qualità media di tutto –anche dei prodotti industriali– è cresciuta.
Ma a che punto siamo? Il dibattito è ribollente, come dimostra la recente polemica attorno a Birra del Borgo (che vi abbiamo raccontato).
E il posto giusto per capirci qualcosa, questo fine settimana, è Saluzzo (CN) dove si tiene C’è Fermento, quattro giorni dedicati alle “grandi birre di piccoli produttori”.
Venti i birrifici –dal pugliese Birranova al veneto Cr/Ak, dalla piemontese Beba alla ligure Nadir– e una decina i food truck che in queste situazioni non possono mancare (compresi Ape Scottadito e Quelli della Bombetta che a me piacciono assai).
Di certo chi vorrà discutere troverà malto per i propri denti: oggi il brewing sembra il Cineforum degli anni Settanta, quello in cui si dibatteva per ore.
Ma il mio modestissimo consiglio –che vale per la birra ma anche in generale– è: bevete le cose buone, lasciate quelle cattive e divertitevi.