Chi? Un pesciolino “sostanzialmente inutile”, come l’ha definito Donald Trump. Cosa? Responsabile, seppur indirettamente, degli incendi in California. Perché?
L’Hypomesus transpacificus, in Italia noto più banalmente come latterino, è un pesce che abita esclusivamente il delta del fiume Sacramento-San Joaquin, un’ampia zona umida nella California settentrionale. Il Presidente Trump non ha dubbi: con i roghi degli ultimi giorni c’entra anche e soprattutto lui.
L’accusa, com’è ormai consuetudine, arriva sui social. “Gli incendi stanno ancora bruciando a Los Angeles” e “i politici incompetenti non hanno idea di come spegnerli” si legge su Truth Social. La pietra dello scandalo è piuttosto semplice: il governatore della California, il democratico Gavin Newsom, avrebbe privato la regione di Los Angeles dell’acqua necessaria a spegnere gli incendi per proteggere il nostro piccolo protagonista.
Ma siamo sicuri che sia un pesce inutile?
Per carità: sempre meglio di quando prese a sostenere che gli immigrati stessero mangiando i cani e i gatti degli Americani. Quel che è curioso (divertente?), però, è che non è effatto la prima volta che il numero uno della Casa Bianca se la prende con il pesciolino in questione.
Da una decina di anni circa, infatti, Trump è dell’idea di poter risolvere i notori problemi idrici della California (ricordate quando si pensava di rendere potabile l’acqua di scarico?) semplicemente annullando le normative concepite per salvare lo sperlano dall’estinzione.
Il Presidente, com’è ovvio, non è solo: nel 2011 l’ex governatrice dell’Alaska, Sarah Palin, attribuì alle misure di protezione del pesciolino la “distruzione” della vita delle persone nella Central Valley. “Da dove vengo io, un pesce di 7 centimetri lo chiamiamo esca”, aveva detto. Ma siamo sicuri che sia così inutile, ‘sto pesciolino?
Il nostro protagonista, come accennato in apertura, non si trova in alcun altro angolo del nostro Pianeta fatta eccezione per il delta del fiume Sacramento-San Joaquin, all’interno del cui ecosistema svolge una funzione assolutamente fondamentale: quello della “benzina”, se vogliamo.
“La specie, storicamente, aveva un valore enorme” ha spiegato Andrew Rypel, ecologo acquatico presso l’Università della California. “Forniva energia all’intera catena alimentare”. Tutti, in altre parole, se ne cibavano: salmoni, squali, anche e soprattutto noialtri esseri umani. E poi?
A partire dalla metà del XX secolo la popolazione della specie ha iniziato un pericoloso declino, di pari passo con la salute vacillante del delta, compromessa dall’introduzione di vongole e cozze invasive e dall’agricoltura. Negli anni ’90 è stato dichiarato a rischio di estinzione e oggi è considerato “funzionalmente estinto”, ovvero così raro che di fatto non svolge alcuna funzione nell’ecosistema, come nutrire i predatori. La stima è di circa 100 esemplari rimanenti in natura.
Le restrizioni al pompaggio dell’acqua, come avrete intuito, sono pertanto state introdotte con l’obiettivo di scongiurarne l’estinzione; ma ora sono diventate fertile bersaglio politico di chi, evidentemente, mira a ingraziarsi gli agricoltori più belligeranti e, più di recente, chi ha perso tutto negli incendi. Peccato che in questo momento il Metropolitan Water District, una delle fonti che rifornisce Los Angeles, abbia a sua disposizione “la più grande riserva d’acqua della sua storia”.
A parlare è Mark Gold, direttore del Natural Resources Defense Council e membro del consiglio del Metropolitan Water District della California meridionale. Insomma: quando si dice indicare la Luna e rimanere a fissare il dito.