Lo so che sto per dire una cosa impopolare di quelle che mi attireranno gli spernacchi di molti, specie qui su Dissapore che proprio in questi giorni presenta le sue illustri classifiche, però mi sento in dovere di farlo.
Da anni ottime aziende produttrici di panettoni provano a “destagionalizzare” il prodotto, a sganciarne l’immagine dal Natale in modo da poterlo produrre e vendere per tutto l’anno.
Nonostante i tanti sforzi e i numerosissimi articoli che appaiono abitualmente su siti e giornali – “il panettone anche in estate…”, “panettone gastronomico che passione!” e cose così –, il dolce è rimasto assolutamente natalizio e la percentuale del fatturato continua a essere prodotto al 90% prima dell’arrivo di Babbo.
E sapete perché?
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Perché il panettone non è un dolce particolarmente buono. Questa è la verità. Mi sa che la redazione di Dissapore si dissocia.
È abbastanza buono, va bene, ma non speciale.
Potrei elencare centinaia di torte e altri dolciumi infinitamente migliori del panettone. Ma se uno ad aprile vi dicesse “ero in dubbio con la pastiera poi ho pensato di portarti un buon panettone” cosa gli fareste? Minimo gli mettereste un dito in un occhio.
Chi, sano di mente, tra una Barozzi e un panettone sceglierebbe il secondo? Chi tra una Torta Novecento e un panettone? Chi tra una Sacher, uno strudel, una millefoglie, una Saint-Honoré, un tiramisù, una panna cotta sceglierebbe il panettone?
Le cose buonissime delle feste si destagionalizzano da sole.
La cassata era un dolce di Pasqua e me ne sono mangiata una domenica. Quando ero piccolo il salmone affumicato lo compravamo solo a Natale. Ora non riesco a starne tre giorni senza. Perché la cassata e il salmone affumicato sono dannatamente buoni, ecco perché.
Ma non fraintendetemi: non è che non mi piaccia il panettone. Mi piace.
Una settimana l’anno, nei giorni di Natale, perché mi fa festa e mi fa famiglia. Ma dopo la Befana ricomincio serenamente a mangiare la torta Setteveli, che è mille volte più buona.