Il Nutriscore cambia e questa volta penalizza il latte

Al Nutriscore piace cambierà. E nel tentativo di migliorarsi, finisce sempre con l'affossare qualcos'altro. Questa volta, infatti, ha deciso di penalizzare il latte

Il Nutriscore cambia e questa volta penalizza il latte

Il Nutriscore sembra essere afflitto dalle stesse problematiche delle patch dei videogiochi: per ogni bug corretto, se ne presentano dieci nuovi. Questo perché ogni volta che gli algoritmi del Nutriscore vengono aggiornati per correggere evidenti anomalie, ecco che, puntualmente, penalizzano qualcosa che, a livello nutrizionale, non è poi così terribile. E misteriosamente riescono a promuovere alimenti come le patatine fritte. In questo caso l’ultimo cambiamento del Nutriscore è riuscito nell’ardua impresa di penalizzare il latte. Anche se, bontà sua, questa volta ha graziato l’olio d’oliva.

Decisamente così il Nutriscore non funziona

nutriscore

O quanto meno appare insensato un sistema che promuove le patatine fritte, ma demonizza il latte. Qualcosa che non va c’è, è abbastanza evidente. Esattamente come le scale di Hogwarts, anche al Nutriscore piace cambiare. Il sistema a semaforo, quello che classifica gli alimenti su 5 livelli, dalla A verde (alimento promosso e salutarissimo) alla E rossa (alimento terribile, da evitare come la peste) e basato sulle concentrazioni di grassi, sali e zuccheri, ecco che finisce con il non offrire un reale spaccato della presunta dannosità di certi alimenti. Questo perché questo sistema non tiene in considerazione il fattore dosi.

Per questo motivo alcuni paesi dell’UE si stanno rifiutando fermamente di utilizzare tale sistema. E fra questi paesi figura anche l’Italia. Attualmente il Nutriscore è utilizzato in Francia, Svizzera, Germania, Belgio, Spagna, Lussemburgo e Paesi Bassi, ma anche qui c’è qualcuno che ha fatto notare i limiti di tale sistema.

Il caso più evidente è quello delle patatine fritte che, ad un certo punto, sono risultate essere meno dannose rispetto all’olio d’oliva.

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Per questi motivi, ecco che ciclicamente si è cercato di modificare gli algoritmi del Nutriscore. Anche Mathilde Touvier, l’epidemiologa in Nutrizione dell’Inserm e direttrice del gruppo che ha ideato il Nustriscore, ha ammesso che l’algoritmo iniziale non funzionava in quanto molti prodotti, anche se contenevano livelli elevati di zuccheri, venivano classificati in modo positivo.

Il nuovo algoritmo modificherà il Nutriscore del 30-40% dei prodotti sugli scaffali. Ecco alcune delle modifiche più evidenti:

  • cereali: solamente il muesli senza zucchero rimarrà a livello A
  • farine integrali: passano da B a C
  • pesce azzurro: finora misteriosamente penalizzato, adesso salirà di classifica
  • olio d’oliva, di colza e di frutta secca: passeranno da C a B
  • latte: scenderà da A a B per quanto riguarda il latte scremato, da B a C per il latte intero (questo perché, secondo Touvier, troppe persone lo bevono come se fosse acqua)
  • acqua: è l’unica bevanda in categoria A
  • yogurt zuccherati: passano da B a D
  • bevande zuccherate: passano da B a C
  • carne rossa: rimane sotto la carne di pollame o pesce