René Redzepi è un nerd. Lo diciamo con un certo affetto, com’è ovvio, ma senza ironia: d’altro canto come altro potremmo definire un individuo che ha costruito la propria idea di cucina anche e soprattutto sulla passione per chimica e tecnica, e che più recentemente ha deciso di indossare i panni del regista? Naturalmente parliamo di Omnivore, la docuserie che ci porta nelle profondità del Noma.
C’è gran fermento, e ci perdonerete il gioco di parole. Omnivore racconta (anche) il Noma, e nelle ultime ore – grazie all’ausilio della vetrina dei social – il Noma racconta Omnivore. Redzepi è, come accennato, creatore e regista; ma per realizzare alcune inquadrature ed effetti speciali ha dovuto fare affidamento su di un gruppo di professionisti. Competenza e creatività: diamo un’occhiata a ciò che bolle in pentola. O fermenta, dovremmo dire.
Gli effetti speciali di Omnivore, spiegati passo passo
Il primo sguardo al “dietro le quinte” racconta della puntata dedicata al peperoncino, e svela come è stata realizzata la scena – anche presente nel trailer – in cui vediamo Redzepi piantare un seme della pianta in questione. Il punto di vista è piazzato “sottoterra”, per così dire: vediamo prima il faccione del nostro protagonista, poi il seme in primo piano, e infine l’inquadratura viene sepolta sotto la terra. Ma come funziona?
Semplice: basta avere un piano in vetro e sistemare la telecamera sotto di esso, così che l’occhio elettronico punti verso l’alto. Ciak e azione: a quel punto è tutto un gioco di prospettiva e di luce. Sembra quasi di descrivere un Art Attack. Il secondo video, più che un vero e proprio trucco pratico, racconta invece di una sorta di illusione ottica.
L’idea del team creativo era quella di realizzare un’inquadratura che restituisse l’illusione di essere in volo sopra le montagne innevate, solo per poi scoprire che si trattava di cumuli di sale. Ingredienti necessari: una piccola fotocamera radiocomandata, una mano incredibilmente ferma e dei teli neri così da smorzare il bianco accecante del sale. Les jeux sont faits: aspettiamo la risposta di The Bear.