Un Senato che banchetta ad ostriche potrebbe non essere ben visto dalla gente, in effetti. Ed è così che, per fugare ogni possibile accusa di aver costruito una droite huître in contrapposizione alla Gauche caviar, subito s’è fatta avanti una proposta per rendere le ostriche un bene popolare, accessibile a tutti, o almeno “al maggior numero possibile di utenti nella condizione di poter acquistare questo prodotto”.
A lanciare l’idea di smetterla di considerare le ostriche un bene di lusso è il ministro Francesco Lollobrigida che, reduce da un piccolo dissing con Dissapore sulla questione acqua e vino, ha partecipato a una degustazione di ostriche di Goro organizzata nel salone di Palazzo Madama dal senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni.
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L’occasione era quella di accogliere i produttori della pregiata Golden Oyster, l’ostrica d’oro di Goro, grande eccellenza del Parco Regionale del Delta del Po, e di presentare alla stampa parlamentare e ai Senatori le difficoltà dei “pescatori che stanno cercando un prodotto con cui sostituire le vongole falcidiate dal granchio blu”. “Parliamo solo nel comune di Goro di 1500 pescatori che con le loro famiglie vivevano di produzione di vongole che è praticamente azzerrata”, ha spiegato il senatore Balboni, toccando un tema – quello del granchio blu – particolarmente caro a Lollobrigida, che infatti non ha perso l’occasione per spiegare quello che il governo ha fatto e farà per risolvere il problema. “Il governo è intervenuto in maniera massiccia, nominando un commissario, stanziando 49 milioni circa di euro”, ha spiegato il Ministro dell’Agricoltura, ” ma la compensazione delle criticità non può che avere una visione strategica davanti, che significa riuscire ad utilizzare i prodotti e a valorizzarli, che possono mettere in condizione le comunità colpite di resistere e sopravvivere in questa fase, e rilanciare la propria attività”.
Per questo Lollobrigida non si è fermato qui, anzi, ha voluto anche promettere che d’ora in poi mangiare ostriche sarà più semplice per tutti, perché presto smetteranno di essere considerate un bene di lusso.
La promessa di Lollobrigida: meno IVA sulle ostriche
“Le ostriche sono un bene di lusso perché sono care, non perché la natura le abbia fatte di lusso”, ha spiegato Lollobrigida, e noi vorremmo davvero smetterla di fingere di non capire bene i giri di parole del ministro, ma non sappiamo che fare se non fa almeno lo sforzo di cambiare ghost writer.
Insomma, la natura non le ha fatte di lusso, è stato l’uomo a renderle inaccessibili, ma presto la questione cambierà, dice il ministro, che promette di detassare le ostriche diminuendo l’Iva dal 22 al 10%. “Avere anche la possibilità di una fiscalità in linea con quella che esiste nel resto d’Europa mette i nostri acquacoltori nella condizione di competere alla pari, e questo è lo sforzo che stiamo facendo”.
Con un provvedimento simile, anche le ostriche finirebbero, da un punto di vista fiscale, alla pari della maggior parte del pesce considerato di largo consumo, mentre ora – come il caviale, le uova di storione, le aragoste o i tartufi di mare – hanno l’Iva destinata ai beni di lusso.
“L’impegno che abbiamo assunto è quello di abbassare l’Iva per contrastare il prezzo, mettendo il maggior numero possibile di utenti nella condizione di poter acquistare questo prodotto. Le ostriche non devono essere considerate un bene di lusso, perché sono un prodotto sano, che deriva da un prezioso lavoro degli acquacoltori. In questo caso, ovviamente, si tratta di ostriche di allevamento, che possono contribuire a creare ricchezza e reddito per queste categorie, che sono per noi strategiche e importanti”, ha concluso Lollobrigida.