Il Ministro Lollobrigida promette ai cuochi aiuto per il riconoscimento come “lavoro usurante”

Il Ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida vuole mettersi al lavoro per includere quello del cuoco tra i lavori usuranti.

Il Ministro Lollobrigida promette ai cuochi aiuto per il riconoscimento come “lavoro usurante”

Chiedete a qualsiasi professionista della cucina se il suo sia un mestiere usurante, e probabilmente riceverete in risposta come se la vostra fosse una domanda retorica. Un lavoro in cui turni di dodici e più ore sono la norma, passati spesso in ambienti con temperature insostenibili (no, le fighissime cucine a vista di certi ristoranti non sono la norma), e una vita da rockstar spesso troppo romanzata ma certamente poco sostenibile sul lungo andare. Da anni la Federazione Italiana Cuochi lavora per aggiungere quella dei cuochi all’elenco delle categorie dei lavori usuranti, e in questi giorni sembra che il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida abbia recepito la questione.

Le dichiarazioni del Ministro

lollobrigida cuochi

L’occasione è stata la presentazione della seconda edizione dell’Albo d’Oro Federcuochi-FIC, tenutasi alla Camera dei Deputati, in cui sono stati premiati cento professionisti, e in cui il Ministro Lollobrigida ha rilasciato una dichiarazione che ha ravvivato le speranze di molti professionisti: “Per noi siete centrali ed è per questo che abbiamo fatto la scelta di diventare sponsor della Nazionale Italiana Cuochi come Ministero dell’Agricoltura. Parlerò con la collega Calderone per ragionare del vostro come “lavoro usurante”, per il quale ci deve essere il giusto riconoscimento”.

I lavori usuranti

Cuochi

L’elenco dei lavori usuranti è ampio e include i settori più vari del mondo del lavoro, dai minatori ai palombari, da chi viene esposto a situazioni potenzialmente pericolose o ad agenti potenzialmente cancerogeni, a chi lavora di notte o sotto grossi carichi di stress. L’aggiunta della categoria dei cuochi a questo elenco permetterebbe a chi lavora in cucina di avere accesso all’Ape sociale, accompagnamento alla pensione di un massimo di 1500 euro lordi mensili, percepibile dai 63 anni di età con almeno 36 anni di contributi.

Potrebbe essere questo uno stimolo per ridare vita a un settore che sta attraversando un periodo di crisi mai vista, e che dal Covid in poi ha visto molti abbandoni e un crollo nelle vocazioni? Secondo Rocco Pozzulo, presidente della FIC, potrebbe aiutare: “È importante suscitare l’interesse dei giovani verso la ristorazione, settore che richiede impegno e sacrificio ma che può offrire grandi soddisfazioni personali e professionali”.