Il ministro della Sanità preoccupato per gli estratti di cannabis come novel food

La questione è semplice: gli estratti vegetali di cannabis venduti come integratori non sarebbero autorizzati a questo tipo di impiego, stando al ministro Schillaci.

Il ministro della Sanità preoccupato per gli estratti di cannabis come novel food

Immaginiamo che l’occupare una poltrona importante comporti destinare una quantità di tempo piuttosto significativa al puntualizzare, al fare chiaro, a quella pratica a volte un po’ arida ma fermamente necessaria che è mettere i puntini sulle i – e questo anche e soprattutto quando la poltrona importante è quella del ministro della Sanità. Virgole, incisi e cavilli vanno pazientemente e continuamente setacciati, che d’altro canto si parla di quella grandezza solenne che è la salute: non sorprende, dunque, che il ministro Orazio Schillaci abbia voluto fare quanto più possibile ordine nel suo più recente intervento alla Camera, parlando di estratti di cannabis e (o meglio, come) novel food.

Prima però mettiamo un po’ di contesto – Orazio Schillaci, ministro della Salute, è di fatto intervenuto in audizione alla Camera davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari.

“Non autorizzati”: la preoccupazione di Schillaci

integratori

“Nel settore degli integratori alimentari” ha evidenziato il ministro “si è riscontrato l’uso, come nuovo alimento, di estratti vegetali di Cannabis sativa L., titolati in cannabidiolo (Cbd), non autorizzati all’impiego ai sensi del regolamento sui novel food”.

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Tocca a noi, a questo punto, mettere un poco di ordine e tradurre in maniera più chiara possibile. Per farvela breve, il ministro Schillaci è fondamentalmente preoccupato dal fatto che nel mercato degli integratori alimentari (mercato, è bene notarlo, vivacissimo soprattutto per quanto riguarda le generazioni più giovani) sia stata individuata la presenza di estratti vegetali di cannabis che non sarebbero tuttavia autorizzati a questo tipo di impiego secondo il regolamento sui novel food.

Vale la pena notare, rimanendo in questo contesto, che lo stesso Orazio Schillaci tentò, in pieno Ferragosto, di fare passare la cosiddetta cannabis light come stupefacente vietando la vendita delle ” composizioni per uso orale a base di cannabidiolo estratti dalla cannabis”. Il calendario segnava agosto 2023: fu una vicenda più o meno opaca, con il Tar del Lazio che ritenne poi opportuno sospendere tale decreto.

Ma torniamo a noi. “In materia di etichettatura per alimenti particolari, integratori e novel food” ha spiegato il ministro “le attività di controllo ufficiale sono volte alla verifica della conformità alla normativa vigente dei prodotti notificati, in termini di criteri di composizione, apporti di ingredienti con proprietà nutritive o fisiologiche, di informazioni nutrizionali e sulla salute”.

Ci è utile dare un’occhiata a qualche numero, a questo punto: “Nel 2022 sono state ricevute 16.837 nuove notifiche e si è registrato un numero di non conformità rilevate pari al 14% del totale delle notifiche pervenute”. Nella maggior parte dei casi tali mancanze sono dovute “a etichettatura non conforme”, ma è bene notare che sono state anche rilevate “rilevate non conformità in termini di composizione, sia per livelli non ammessi di vitamine e minerali o altre sostanze sia per la presenza di nuovi alimenti”.

Il ministro della Salute ha infine sottolineato come, in particolare nel contesto online, continui a persistere la pratica di attribuire a integratori alimentari proprietà terapeutiche che, ai sensi di legge, non possono essere ricondotte da questo particolare tipo di prodotti. A tal fine, ha concluso Schillaci, “nel 2022 è stato intensificato il controllo online sui canali di vendita”. Numeri alla mano, il ministero della Salute “si è attivato per intervenire su oltre 11 siti di vendita online che riportavano affermazioni in contrasto con la normativa vigente”.