La Sicilia ha un nuovo Presidio Slow Food: si tratta del miele di timo ibleo, prodotto partendo dal Thymus capitatus. Questa pianta, in realtà, è diffusa in tutto il Mediterraneo, ma sui Monti Iblei, in Sicilia, è capace di dare vita a un miele noto fino dall’antichità.
Virgilio, Ovidio, Plinio il Vecchio e Strabone già all’epoca parlavano del miele di timo ibleo. Questo tipo di miele si produce solamente in estate e cristallizza lentamente. Il colore è ambrato, più o meno chiaro e emana odori floreali lievemente speziati, con un sapore dolce e un aroma intenso e persistente.
Tuttavia il miele monoflora di timo è a rischio: da anni il miele ibleo è stato inserito nell’Arca del Gusto di Slow Food, cioè in quel catalogo online dove trovano posto vegetali, animali e prodotti della cultura alimentare che sono a rischio scomparsa.
Carmelo Maiorca, referente Slow Food del Presidio del miele ibleo, parla di parecchie concause. Fra di esse, c’è la diminuzione dei timeti: in questo modo ci sono meno fiori su cui le api mellifere possono appoggiarsi. E questo è dovuto al fatto che molti dei terreni rocciosi dove cresce questo tipo di vegetazione bassa, con arbusti e erbe (la cosiddetta “gariga”) sono stati convertiti in maniera scriteriata in terreni agrari.
Aggiungiamo anche la raccolta senza criterio del timo, gli incendi e l’inquinamento e questo potrebbe già spiegare il perché del rischio di scomparsa di questo miele. Ad aggravare il tutto, però, ci si aggiunge il fatto, che, a causa dei cambiamenti climatici, le api producono meno miele rispetto al passato.
Rosa Sutera, referente dei produttori del Presidio, ha parlato di un “vero e proprio disastro”. Quest’anno hanno portato 50 famiglie di api nella zona di Siracusa, ma hanno raccolto solamente dieci chili di miele di timo. A causa degli incendi e delle alte temperature, molte famiglie di api sono morte mentre altre hanno abbandonato le arnie a causa del caldo eccessivo.
Una tendenza costantemente in calo nel corso degli ultimi anni: tempo fa si producevano fino a 6 kg di miele per arnia, adesso la media è di 2. Attualmente i produttori del Presidio sono due (l’area di produzione fa parte dei Monti Iblei, soprattutto nelle zona di Ragusa e Siracusa). Rosa spiega che fare il miele di timo ibleo è un sacrificio: si lavora tanto, ma la redditività è bassa a causa degli scarsi quantitativi.
Sempre rimanendo in tema di nuovi Presidi, a inizio agosto, invece, era stato il peperone quadrato della Motta di Castiglione d’Asti a diventare nuovo Presidio Slow Food.