Niente foie gras, nel nome del rispetto del benessere degli animali; niente avocado, che vengono da lontano e consumano troppa acqua e la sostenibilità è una faccenda seria; e infine niente patatine fritte. Giustamente, direte voi: gli atleti che parteciperanno alle Olimpiadi dovranno seguire una dieta ferrea, no? Beh, non proprio: il motivo per cui sono state messo al bando ha poco o niente a che vedere con la linea.
Le Olimpiadi di Parigi sono ormai dietro il proverbiale angolo – il pronti via, tanto per intenderci, è previsto per il 26 di luglio -, e vedranno impegnati circa 15 mila atleti provenienti da tutto il mondo: una mole di “ospiti” decisamente difficile da sfamare, se il vostro compito è quello di stare ai fornelli. Quale sarà il menu, dunque?
Il menu delle Olimpiadi, tra sostenibilità e cibi messi al bando
La mensa, se così vogliamo definirla, è stata allestita in una ex centrale elettrica che si allunga per oltre 200 metri all’interno dell’impianto olimpico. Qui, ogni giorno, verranno serviti circa 45 mila pasti: Charles Guilloy e Stéphane Chicheri, chef responsabili, hanno messo a punto un menu composto da 500 piatti diversi che sia attento alla sicurezza, alla salute (mica possiamo correre i centro metri con il mal di stomaco, no?) e all’ambiente.
Qualche esempio? Shawarma vegetariano, melanzane grigliate, falafel di barbabietola rossa, hot dog vegetariani e muesli di quinoa: una punta dell’iceberg, per così definirla, che come accennato pone l’accento anche e soprattutto sulla sostenibilità – tanto che le stesse autorità olimpiche hanno deciso, rimanendo sulla stessa linea, di vietare anche utensili e stoviglie monouso.
La lista dei divieti, però, non riguarda solamente plastica e utensili usa e getta, ma anche il cibo: il foie gras, l’avocado e le patatine fritte, per l’appunto, con quest’ultime che sono state definite come “troppo rischiose a causa dei rischi di incendio legati alle friggitrici”, come ha spiegato lo stesso Guilloy. Altro che panzetta: il rischio è di dare fuoco alla mensa.
Tali restrizioni, se così vogliamo definirle, si aggiungono alla notizia lasciata trapelare lo scorso anno che raccontava di come alle Olimpiadi di Parigi non saranno di fatto serviti alcolici (a meno che non siate nella sezione VIP, beninteso: in quel caso vi toccherà sborsare qualcosina in più, ma avrete di che combattere la sete). E questo, badate bene, nonostante Ab InBev sia di fatto sponsor dei Giochi.
Ma torniamo al menu: numeri alla mano, si stima che l’80% degli ingredienti proverrà dalla stessa Francia, circa un quarto dei quali sarà entro 155 miglia da Parigi; e che la mensa, come l’abbiamo chiamata, sarà affiancata da due ristoranti francesi in loco e da sei postazioni in stile street food che serviranno cucina asiatica, piatti afro-caraibici, hamburger, piatti mediorientali piatti e piatti halal.