Il mega ristorante del Villaggio Olimpico parigino parte in salita

Tra le criticità più gravi nell'organizzazione olimpica, c'è quella del cibo: secondo i partecipanti ci sono problemi di quantità e qualità

Il mega ristorante del Villaggio Olimpico parigino parte in salita

Le olimpiadi di Parigi sembrano essere partite con il piede giusto, con una cerimonia inaugurale che ha fatto positivamente parlare di sé, ma dal punto di vista organizzativo sembra esserci qualche intoppo, e il problema più grosso sembra venire dalla gestione del catering del villaggio olimpico. Un articolo de L’Équipe parla di razionamento delle scorte, soprattutto uova, carne e alcuni carboidrati, con la compagine britannica che rincara la dose, che si è ritrovata a mangiare in un’altra sede per salvarsi dalla scarsa qualità del cibo.

Il ristorante più grande del mondo

olimpiadi parigi

Per dare un’idea della situazione, snoccioliamo qualche numero. Il servizio di ristorazione del villaggio olimpico deve far fronte al robusto appetito di più di quindicimila atleti, a cui bisogna aggiungere lo staff tecnico delle squadre, ufficiali e volontari, per un totale di stimato di tredici milioni di pasti da servire durante tutti i quindici giorni dei giochi olimpici e paralimpici. Un numero difficile anche solo da concepire, e per farvi fronte è stato allestito uno dei più grandi ristoranti operativi nel mondo, con tremiladuecento posti a sedere.
Da un punto di vista gastronomico l’offerta è suddivisa in sei aree, di cui due dedicate alla cucina francese, due alla cucina internazionale, una a quella asiatica e una africana-caraibica, con menù che che si compongono da un repertorio di cinquecento ricette, di cui una metà vegetariane.

Chi cucina?

verdure

Ad occuparsi di questa impresa è il gruppo Sodexo, che riconosce le criticità: “c’è stata una grande richiesta per determinati prodotti, dovremo aumentare i volumi per soddisfare i bisogni degli atleti”. Dello stesso avviso Carrefour, incaricata della fornitura degli ingredienti: “ci è stato richiesto di rivedere al rialzo i quantitativi previsti, ed è una richiesta che il nostro gruppo può soddisfare”. In queste operazioni dovranno tenere conto delle nuove esigenze emerse per queste Olimpiadi: una riduzione dell’impronta di carbonio della metà rispetto ai Giochi di Londra 2012, il che implica una provenienza di almeno un quarto delle materie prima da un’area di duecentocinquanta kilometri intorno a Parigi, e almeno il 20% di queste dovranno essere certificate bio.
Certo, se le problematiche sui quantitativi possono sembrare di più facile risoluzione, quelle sollevate dalla squadra inglese richiederanno sforzi diversi: “c’è il problema della qualità del cibo, agli atleti viene servita carne cruda, dovranno esserci miglioramenti drastici nei prossimi giorni”, denuncia Andy Anson, campo dell’associazione olimpica britannica.