Il massacro social della capretta di Anagni accadde in un agriturismo

Il brutto fatto di cronaca che ha visto una capretta massacrata da un branco di ragazzi è avvenuto in un agriturismo di Anagni

Il massacro social della capretta di Anagni accadde in un agriturismo

Diversi fatti di cronaca stanno tenendo banco in queste ultime ore. Oltre all’uccisione dell’orsa Amarena e alla disperata ricerca dei suoi cuccioli, ecco che si parla anche del massacro social della capretta di Anagni, quello dove un branco di 18enni ha uccido a calci una piccola capretta. Il tutto è avvenuto in un agriturismo di Anagni, il Sant’Isidoro.

Capretta massacrata in un agriturismo ad Anagni

capretta

Il gesto orribile di questo gruppo di ragazzi è avvenuto nell’agriturismo Sant’Isidoro di Anagni. Un posto dove si va per rilassarsi e per rimanere a contatto con la natura e con gli animali si è trasformato in un teatro di inaudita crudeltà.

Un gruppo di ragazzi di Anagni, Fiuggi e Paliano, tutti con età compresa fra i 17 e i 22 anni, si sono radunati in questo agriturismo per festeggiare il 18esimo compleanno di uno di loro. Tuttavia, così come dimostrato dai video, alla fine del compleanno il gruppo prende una capretta di pochi mesi e la trasporta su una carriola per lanciarla poi da una finestra.

Successivamente si vede un secondo video dove i ragazzi prendono a calci la povera bestiola sulla testa, uccidendola. Uno di loro prende la rincorsa per colpire la capretta, più volte, il tutto fra le risate e gli incitamenti degli altri ragazzi.

Saltata fuori questa storia (gli stessi ragazzi hanno postato i video sui social), ecco che sono partite le indagini. I Carabinieri hanno identificato tutti i ragazzi presenti alla festa: due minorenni residenti a Fiuggi sono ora accusati di aver colpito a morte l’animale, mentre altri tre minorenni e sette maggiorenni sono sospettati di istigazione a commettere reato.

A denunciare l’accaduto ai Carabinieri è stato il proprietario stesso dell’agriturismo. Inoltre i Carabinieri stanno anche valutando l’ipotesi di reato di “omessa custodia e malgoverno di animale”.

Animalista tenta di fermare un cacciatore a cavallo, e lui lo travolge Animalista tenta di fermare un cacciatore a cavallo, e lui lo travolge

Diverse persone e associazioni animaliste hanno poi organizzato una manifestazione ad Anagni per protestare contro i giovani definiti “assassini”. Fra i manifestanti c’era anche l’attivista Enrico Rizzi che ha sottolineato come “chi maltratta gli animali spesso ha la consapevolezza che resterà impunito. Le pene previste sono troppo basse”.

Intanto l’avvocato Giampiero Vellucci, incaricato dai genitori di uno dei ragazzi, ha dichiarato che il suo assistito non ha ancora ricevuto alcuna comunicazione da parte della Procura dei minori e che “non può essere travolto da una gogna mediatica caratterizzata, in taluni casi, da pesantissime minacce, che sta avendo il sapore di un anticipato giudizio”.

Una seconda manifestazione non autorizzata si è tenuta a Fiuggi. Qui Enrico Rizzi ha esposto un cartellone con il nome e il volto del 17enne coinvolto nel fatto. Alcuni residenti di zona hanno protestato, ma Rizzi ha ribattuto che erano “complici degli assassini”.

La madre del 17enne ha poi parlato con Repubblica. Preoccupata dell’arrivo dei manifestanti, ha chiamato il commissariato nel tentativo di proteggersi dagli attivisti. Barricati in casa, ha tentato di giustificare le azioni del figlio. La donna ha sostenuto che la capretta era già morta e che suo figlio non aveva fatto nulla.

Peccato solo che in precedenza la versione dei fatti fosse stata che la capretta era agonizzante prima dell’aggressione. Solo che ad un certo punto la storia raccontata dalla famiglia del ragazzo è cambiata.

Sulla questione è intervenuta anche Michela Vittori Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli animali e dell’ambiente (Leidaa) e presidente dell’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali. Brambilla ha parlato di un “gesto di pura, assoluta crudeltà, che merita di essere punito in proporzione alla gravità del fatto”.

Brambilla ha sottolineato che colpisce la “totale assenza di empatia, la totale insensibilità di chi ha compiuto quest’azione del tutto immotivata e quella di chi ha ripreso l’avvenimento come se la distruzione di una vita fosse uno spettacolo godibile”. Per questo motivo Brambilla chiede al Parlamento di inasprire le pene pe i reati contro gli animali. E annuncica che, se si arriverà al processo, Leidaa si costituirà parte civile.