A volte la capacità di vedere il bicchiere mezzo pieno finisce con scivolare nell’inopportuno. È il caso del Jerusalem Post, giornale israeliano che ha recentemente pubblicato (e cancellato, almeno al tempo della pubblicazione di questo articolo) un pezzo in cui fondamentalmente consigliava ai propri lettori una serie di metodi per utilizzare lo stress generato dalla guerra per perdere un po’ di peso.
L’impronta grossolanamente cinica dell’articolo ha – per fortuna, vorremmo aggiungere – innescato un coro di reazioni negative che, come accennato, hanno eventualmente spinto la redazione del Jerusalem Post a fare piazza pulita. Redazione che, è bene notarlo, si è poi affrettata a smarcarsi da ogni tipo di responsabilità.
Usare la guerra per perdere peso: i consigli di benessere del Jerusalem Post
“L’articolo in questione è stato prodotto dalla nostra pubblicazione gemella in lingua ebraica, Walla News, ed è stato caricato sul nostro sito web utilizzando un meccanismo di traduzione automatizzata” avrebbe spiegato Avi Mayer, redattore capo del Jerusalem Post, ai colleghi del New York Post. “”Non soddisfaceva i nostri standard editoriali ed è stato quindi rimosso una volta che il nostro staff ne è stato informato”. Una presa di distanza che, se non fosse per il contesto nettamente più drammatico, potrebbe ricordare un po’ il modo in cui la redazione di Repubblica condannò l’ormai iconico articolo di Elkann sui lanzichenecchi in treno.
Autore dell’articolo, stando alle tracce rimaste nel meraviglioso mondo dell’internet, sarebbe stato un medico israeliano che gestisce una clinica specializzata nella perdita di peso; che con limpidissima dimostrazione di empatia ha spiegato come gli israeliani possono trarre conforto dal fatto che “questo periodo potrebbe effettivamente rappresentare un’opportunità per affrontare il problema del peso in eccesso e mantenersi in salute”.
Faremmo i complimenti per l’ottimismo, se non fosse che un genocidio in corso non ci pare la migliore delle occasioni per parlare di diete e quant’altro per combattere il girovita. Il Dottor Raz Hagoel – questo il nome dell’autore dell’articolo – avrebbe scritto che “brevi periodi di stress possono effettivamente sopprimere gli ormoni dell’appetito” e che “lo stress e l’ansia possono causare disturbi di stomaco, portando le persone a evitare o ridurre l’assunzione di cibo e potenzialmente a perdere peso”.
La reazione del popolo internettiano, come abbiamo accennato nelle righe precedenti, è stata comprensibilmente dura e unanime nel condannare il pezzo. Non ci resta, in altre parole, che il Jerusalem Post trovi altri modi per esprimere la sua inguaribile voglia di vedere il bicchiere mezzo pieno, come l’utilizzare un incendio per risparmiare sulle bollette del gas o approfittare del fatto che internet è sospeso per dedicarsi finalmente alla lettura e alla meditazione.