Tira aria di cambiamenti nel gruppo Bauli, di cambio di assetto, di – per citare le loro stesse parole – “rivoluzione nel proprio portafoglio prodotti”. Cerchiamo di mettere un po’ di puntini sulle i: il marchio Bauli diventerà il cosiddetto “Capogruppo”, accogliendo sotto il proprio ombrello Buondì e Girella; mentre Motta andrà a vestire la maglia del brand premium.
Il comunicato, dicevamo, parla chiaro: il gruppo ha intenzione di riposizionare “i suoi storici marchi seguendo una strategia orientata alla creazione di valore” ed è arrivato a stimare un investimento di circa 82 milioni nel biennio 2024-25. L’obiettivo dichiarato è quello del miliardo di fatturato entro il 2030: ma come arrivarci?
La strategia del gruppo Bauli
L’intera operazione porta la firma dell’amministratore delegato Fabio Di Giammarco, in carica da poco più di un anno, che ha basato la propria strategia decisionale su tre principali direttrici: “la diversificazione e l’innovazione delle categorie di prodotto, dei canali di vendita e il rafforzamento della presenza nei mercati esteri chiave”.
Cambiare le carte in tavola e riorganizzare le risorse già a disposizione senza far cascare dal proverbiale pero i consumatori, in altre parole. Il traguardo, come accennato e come di consueto, è quello di continuare a mettere a segno dei segni in verde nei fatturati di fine anno. D’altro canto sono più che eloquenti, a tal proposito, le parole dello stesso Di Giammarco.
“Crediamo che attraverso la differenziazione e la creazione di valore per il consumatore ci sia ancora spazio per crescere sia in Italia che all’estero” ha spiegato l’ad di casa Bauli. Si tratta, notizie alla mano, della più ambiziosa strategia di crescita dopo il lancio dei gelati risalente allo scorso maggio; e di una rivoluzione in lilla per prodotti iconici come Girella, Buondì e Yo-Yo.
La crescita aziendale prosegue nel segno tracciato dal suo “nuovo” amministratore delegato, in altre parole, con evidenti ambizioni internazionali. L’anno fiscale chiuso a giugno ha fatto registrare un fatturato complessivo di 645 milioni di euro, e il futuro vede – stando a quanto lasciato trapelare – una decisa accelerazione del processo di internazionalizzazione, in particolare in Stati Uniti, India e Sud Est Asiatico.