Secondo Francesco Lollobrigida l’ennesimo rinvio della plastic tax e della sugar tax va inteso come un merito da attribuire al Governo Meloni. Esatto, avete capito bene: per il ministro dell’Agricoltura e tutte cose, colui che ferma cose e che moltiplica stipendi, il fatto di aver nuovamente prorogato il rinvio di queste due tasse che avrebbero indotto le aziende a utilizzare meno plastiche e meno zuccheri nei loro prodotti, con ovvi benefici per l’ambiente e la salute, sarebbe una buona cosa.
Vedremo mai la plastica e la sugar tax?
Probabilmente se andremo avanti di questo passo no. Con questa è la sesta volta che slitta l’entrata in vigore di queste tasse. Le due tasse erano tornate a far capolino in quanto il Governo stava cercando da qualche parte nuove risorse per la manovra. E queste tasse avrebbero garantito un gettito di 650 milioni di euro. Tuttavia, nonostante sia dal 2019 che si cerca di applicarle, ecco che, puntualmente, vengono rimandate.
Anzi: la manovra 2024 aveva anche pensato di abolirle. Il governo Conte aveva provato a introdurle nella legge di bilancio 2020. La plastic tax sarebbe andata a tassare i manufatti in plastica monouso, mentre la sugar tax le bevande analcoliche edulcorate.
Lo scopo delle due tasse appare chiaro: penalizzare chi usa plastiche inquinanti monouso e chi promuove il consumo di bevande zuccherate non molto salutari. Solo che le imprese che usano plastiche monouso e producono bevande zuccherate non l’avevano presa benissimo e avevano protestato.
Con la plastic tax, infatti, avrebbero dovuto pagare un’imposta fissa di 0,45 euro per ogni kg di prodotti in plastica venduti o acquistati. La suga tax, invece, avrebbe previsto un’imposta di 10 euro per ettolitro in caso di bevande finite e di 0,25 euro per kg nel caso di prodotti da diluire.
Solo che poi nel 2020 era arrivata la pandemia ed ecco che le due tasse erano state rinviate nel 2021. La legge di bilancio 2021 aveva deciso di rinviare la plastic tax al 1 luglio 2021 e la sugar tax al 1 gennaio 2022. Poi era arrivato il decreto Sostegni bis che aveva rimandato anche la plastic tax al 1 gennaio 2022. Sorpresa delle sorprese, poi, sia la legge di bilancio 2022 che la legge di bilancio 2023 avevano rimandato di un anno le tasse, portandole al 1 gennaio 2024. E adesso arriva l’ennesimo rinvio.
Che dietro a tali rinvii ci siano interessi economici di un certo peso appare abbastanza evidente, altrimenti non si spiegano tutti questi rimandi per due leggi che avrebbero potuto portare un notevole gettito allo Stato. Meglio, invece, far risalire l’IVA per il latte in polvere per i neonati e per i prodotti dell’infanzia, vero?
Comunque sia, ancora non capiamo perché Lollobrigida consideri un vanto e un merito del suo Governo il fatto di aver ancora una volta rimandato delle tasse che servivano per tutelare l’ambiente e la salute degli italiani, oltre che avrebbero permesso di ottenere nuovi fondi per finanziare la manovra.