Un provvedimento per disciplinare in maniera più stringente, e al contempo più lungimirante, i tavolini all’aperto; mettendo così ordine a quella che di tanto in tanto, e anche con una certa dose di intransigenza (quel che è disordinato o indisciplinato ha anche e soprattutto il sapore di vita vissuta, d’altronde), viene definita “giungla”. L’idea arriva dallo stesso ministro delle Imprese, Adolfo Urso: la sua idea, in altre parole (le sue, a essere precisi) è quella di “rendere strutturali i dehors così che siano anche un elemento di decoro urbano”.
Al di là dell’annuncio del ministro, arrivato in occasione della cosiddetta Giornata della ristorazione organizzata da Fipe alla Camera, vale la pena notare che al momento non esistono ancora coordinate pratiche che ci spieghino, in termini più prettamente concreti, il contenuto del provvedimento in questione. Anche così, tuttavia, pare che sia stato sufficiente il ventilare l’idea per suscitare un certo coro di proteste – da parte del Codacons in primis.
Dehors strutturali: le parole di Urso e il muro alzato dal Codacons
Passiamo il testimone allo stesso Urso, dunque: “Nel Ddl Concorrenza pensiamo a una norma che vada nella direzione di rendere strutturale la normativa sui dehors, i tavolini all’aperto, così da coniugare la fruizione degli spazi commerciali con quelli culturali e residenziali” si legge sul profilo X del ministro delle Imprese e del Made in Italy. “Su di questo siamo al lavoro con l’Anci e le soprintendenze, affinché la norma possa essere frutto di una condivisione con tutte le parti coinvolte”.
Dal fonte Fipe, come potrete immaginare, si leva una selva di pollici alzati. “È chiaro che siamo favorevoli” ha commentato il presidente Lino Enrico Stoppani “perché si mette mano a un tema molto delicato dove molto spesso c’è la fantasia delle amministrazioni comunali”. Secondo Stoppani i progetti per rendere i dehors strutturali possono rappresentare un utile strumento di “rigenerazione urbana grazie anche alle occupazioni esterne che danno sicurezza, vivibilità, animazione, e contrastano il degrado che si vede nelle zone caratterizzate da desertificazione commerciale”.
Non mancano, come accennato in apertura di articolo, le polemiche. Se la lettura di casa Fipe è quella di una fertile opportunità, secondo quella – ben più spietata, per contenuti ma anche e soprattutto per toni – del Codacons si tratta di “uno stupro ai danni dei centri storici e delle città e un immenso regalo a bar e ristoranti sulla pelle dei cittadini”.
Le parole del presidente Carlo Rienzi sono dure e lapidarie: “Il governo vuole rende strutturale una misura che ha causato solo caos e degrado” ha spiegato, riferendosi al “via libera” generalizzato dell’immediato post-Covid. “Dehors, ombrelloni, pedane, tavoli e sedie installati su strade e piazze arrecano un enorme danno ai cittadini, che vengono privati di spazi pubblici e costretti a camminare facendo lo slalom tra le strutture piazzate da bar e ristoranti”. Laddove Fipe vede uno strumento di rivalutazione, Codacons parla di un “caso che danneggia il decoro urbano” e che rovina ” l’immagine delle nostre città agli occhi dei visitatori stranieri”, senza contare “l‘abusivismo e l’assenza di controlli, che porta spesso all’occupazione di più spazio pubblico rispetto a quello consentito”.