A causa dell’emergenza climatica e del caldo anomalo (ma non solo), ecco che il Governo ha approvato un decreto legge per tutelare i lavoratori in caso, appunto, di emergenza climatica. In pratica con questo decreto i settori più esposti a questa problematica, come l’agricoltura e l’edilizia, potranno accedere alla cassa integrazione.
Come funziona la cassa integrazione per emergenza climatica?
In pratica, grazie a questo decreto, in caso di eventi non evitabili, sarà possibile richiede la cassa integrazione ad ore per i lavoratori agricoli ed edili, escludendola dal conteggio già previsto (si tratta di 52 settimane nel biennio mobile per quanto riguarda la cig ordinaria nel settore dell’edilizia e di 90 giorni nell’anno solare per la Cisoa in agricoltura).
In teoria tutto era partito quanto il Governo aveva ipotizzato un protocollo di intesa per contrastare gli effetti del “caldo” in tali settori. Tuttavia, in un secondo momento, si è deciso di ampliare il discorso, creando un protocollo emergenze che, oltre al caldo, interesserà tutte le emergenze climatiche, prevedendo anche protocolli settoriali.
Marina Calderone, ministro del Lavoro, una volta terminato il Consiglio dei ministri, ha spiegato che il decreto “recepisce e valorizza le intese tra le parti sociali, che possono essere promosse dal ministero del Lavoro e della Salute e che possono essere recepite in decreti ministeriali. Vanno ad aggiungersi a quelli del decreto alluvioni e sono un modo per dare attenzione a quelle che sono necessità specifiche del momento”.
Sulla questione è intervenuto anche Orazio Schillaci, ministro della Salute. Grazie a tale provvedimento, il Governo ha voluto dare una risposta importante per quanto riguarda la salute e la sicurezza dei lavoratori soprattutto negli ambiti in cui sono maggiormente esposti alle temperature elevate. In tael ottica il Ministero della Salute ha iniziato a ideare un protocollo che fornisce indicazioni sui turni di lavoro, su come gestire le pause, sull’abbigliamento adatto, su come idratarsi e su come garantire livelli di sicurezza più elevati sul posto di lavoro.
Una nota a margine: sarebbe carino che tale protocollo interessasse tutti i luoghi di lavoro, oltre a quelli dell’agricoltura e dell’edilizia. Che sì, sono fra i più a rischio, ma ci sono tanti altri posti di lavoro in cui, a causa del caldo eccessivo e anomalo, si fatica a lavorare. Basti pensare a cosa è successo nella cucina di quel McDonald’s in Puglia dove i dipendenti hanno deciso di scioperare a causa del caldo infernale in cui erano costretti a lavorare. E ci sono tante altre realtà similari a questo McDonald’s dove lavorare a causa del caldo sta diventando sempre più difficile.