Il glifosato continuerà a farci compagnia: l’UE rinnova l’autorizzazione per altri 10 anni

E niente, il glifosato continuerà a stare in nostra compagnia. Tutto perché la Commissione UE non ha raggiunto i voti necessari per respingere l'uso di tale sostanza

Il glifosato continuerà a farci compagnia: l’UE rinnova l’autorizzazione per altri 10 anni

Per la questione glifosato in Europa eravamo rimasti fermi al palo con la proposta in Commissione Europea e l’Italia che aveva votato Sì alla proroga per questo insetticida ad ottobre, con la maggioranza che però era ancora lontana. Ebbene, quella maggioranza è latitata: il glifosato ci farà compagnia per almeno altri 10 anni perché la Commissione Europea ha rinnovato l’autorizzazione al suo uso a causa del fatto che gli Stati membri non hanno raggiunto la maggioranza per rinnovare o respingere l’approvazione del glifosato.

Esatto, proprio così, avete capito bene: il rinnovo non è arrivato perché gli Stati membri hanno votato a favore del suo uso, ma solo perché si è raggiunto uno stallo dove non c’era la maggioranza né per andare in un senso né nell’altro. E secondo la legislazione dell’UE, vista la mancanza della maggioranza in entrambe le direzioni, ecco che in automatico si procede con la proroga.

Altri 10 anni insieme al glifosato

glifosato

La mancata maggioranza non è certo una novità per quanto riguarda il glifosato. Lo scorso 13 ottobre c’era stata un’altra votazione dello SCOPAFF, il Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi, ma anche qui gli Stati membri non erano riusciti a raggiungere la maggioranza per rinnovare o respingere la proposta.

Alla luce di tali fatti e su valutazioni favorevoli espresse dall’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e dall’Echa, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, ecco che l’UE procederà a rinnovare per altri 10 anni l’uso del glifosato, sottoposto però a nuove restrizioni e condizioni. Fra di esse figurano:

  • divieto dell’uso pre-raccolta come essicante
  • necessità di stabilire nuove misure per proteggere gli organismo non bersaglio (misure che, neanche a dirlo, ancora mancano e chissà se e quando arriveranno)
Via libera al glifosato: l’Efsa non ha rilevato “alcuna area di preoccupazione critica” Via libera al glifosato: l’Efsa non ha rilevato “alcuna area di preoccupazione critica”

Tuttavia, bontà sua, la Commissione Europea ha fatto sapere che gli Stati membri sono comunque responsabili dell’autorizzazione nazionale dei prodotti fitosanitari contenenti glifosato e dunque possono limitarne l’uso sia a livello nazionale che regionale se lo ritengono opportuno anche nell’ottica di proteggere la biodiversità.

Soddisfatta della non decisione è Confagricoltura che ha sostenuto come il mancato rinnovo dell’autorizzazione avrebbe potuto avere importanti conseguenze per le imprese agricole e sui livelli di produzione. Il presidente Giansanti ha poi specificato che l’uso dei prodotti chimici in agricoltura deve essere ridotto, cosa che già viene fatta. Tuttavia agli agricoltori devono essere date delle valide alternative che funzionino sia sul piano tecnico che su quello economico. Questo perché è importante valutare anche l’impatto di certe decisioni sul potenziale produttivo.

Se vi state chiedendo poi come abbia votato l’Italia, beh, non ci siamo astenuti dal votare sul rinnovo dell’autorizzazione del glifosato. Anche se non siamo stati gli unici: pure Germania e Francia si sono astenuti dal voto.

Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, ha sottolineato con favore il voto di astensione dell’Italia. E ha spiegato che l’Italia è stata coerente con la prima votazione in cui aveva detto che avrebbe votato a favore solo se la Commissione Europea avesse accolto la richiesta di inserire un divieto totale dell’uso del glifosato non solo per il disseccamento, ma anche in tutte le altre fasi di pre raccolta.

Tuttavia, in maniera incomprensibile per Scordamaglia, la Commissione europea ha deciso di procedere con la proposta di rinnovo, nonostante l’assenza della maggioranza e nonostante i tre più grandi produttori agricoli europei, per l’appunto Italia, Francia e Germania, si fossero astenuti dopo aver chiesto maggiori garanzie.