Arla Agnew, due anni, è stata ricoverata in ospedale dopo avere bevuto mezza tazza di una bevanda ghiacciata. Sul banco degli imputati c’è soprattutto il glicerolo, un dolcificante artificiale comunemente impiegato in granite e simili (come quella bevuta dalla nostra giovanissima protagonista, per l’appunto) per impedirne il congelamento.
I nostri lettori più attenti ricorderanno che solamente una manciata di mesi fa vi raccontammo di come, stando al parere di un gruppo di esperti, le granite potessero rappresentare un potenziale pericolo per la salute dei bambini proprio a causa della presenza di glicerolo. I sintomi sono molteplici, e tutti preoccupanti: dalle allucinazioni fino a violente crisi di prurito che portano i bambini a graffiarsi il viso, passando anche per la perdita di conoscenza.
Glicerolo e bambini: le raccomandazioni degli scienziati
Altro che mal di testa “da ghiaccio”, insomma. Le stesse autorità di Food Standards Scotland (FSS) hanno affermato che le bevande contenenti glicerolo non sono adatte ai bambini di età inferiore ai quattro anni a causa dei loro potenziali effetti collaterali, che nel caso di un consumo massiccio in un breve lasso di tempo possono anche manifestarsi come uno stato di shock e ipoglicemia.
La piccola Arla, stando a quanto raccontato dalla madre, aveva appena bevuto mezza tazza; ma a quanto pare è stato sufficiente a farla sentire male. “Aveva tutto il viso grigio“, ha spiegato la mamma. Comprensibilmente preoccupata, Carys – questo il nome della madre – aveva deciso di portarla in ospedale. Qui, vista la preoccupazione dei medici, aveva intuito che la situazione fosse più seria di quanto sembrasse.
“Le hanno punto il tallone e le hanno prelevato il sangue dalle braccia, e lei non ha fatto nulla, non ha battuto ciglio – è stato allora che ho capito che qualcosa non andava”, ha raccontato. I test hanno eventualmente rivelato che il livello di zucchero nel sangue di Arla era sceso a un livello anormalmente basso: una condizione tale da far accendere la lampadina in un medico. “E se si trattasse di glicerolo?”.
Arla è stata portata d’urgenza al Dumfries and Galloway Royal Infirmary, dove il personale medico ha confermato l’ipotesi del glicerolo e condotto le procedure necessarie a salvarle la vita. Tutto è bene quel che finisce bene, ma come la mettiamo con la bevanda “colpevole”?
La confezione dello Slush Puppie – questo il nome del prodotto in questione – è priva di avvertenze circa il consumo da parte dei bambini più piccoli: l’azienda produttrice, però, ha affermato di avere ispezionato le scorte attuali e di poter “confermare che l’imballaggio aderisce alle linee guida della Food Standard Agency“.