La perfezione non è di questa Terra, facciamocene una ragione. E ora, anche Grom pare averne preso atto.
“Facciamo un gelato imperfetto”.
Con queste parole inizia infatti il nuovo spot di Guido Martinetti e Federico Grom, che racconta la storia del gelato “fatto come una volta” ora approdato nella grande distribuzione.
Dopo averci informato a chiare lettere che il loro gelato è scivolato mestamente nell’ordinaria categoria degli imperfetti, il video prosegue con una serie di arditi paragoni:
Il gelato di Grom è imperfetto come una goccia di rugiada che scivola su una foglia, proprio come una goccia di gelato troppo liquido cola da un recipiente.
Ma le similitudini bucoliche non si esauriscono qui: il gelato Grom è imperfetto “come l’amicizia”, imperfezione rivelata da un Martinetti versione topo di campagna, con tanto di vestiti da lavoro e mani sporche di terra, che abbraccia un compunto Federico Grom – topo di città – davanti allo sfondo di verdi distese. Eh, sì, l’amicizia, questa imperfetta, che ti fa abbracciare un amico anche se zozzo e maleodorante…
Ma l’imperfezione del gelato Grom va oltre l’imprecisione di mantecature mal riuscite o amici dissimili: è imperfetto come l’amore”, continua il filmato, amore ovviamente impersonato dal solito bambino che scrive alla mamma uno sgrammaticato “Ti voio bene”, o dall’immagine un po’ scaltra e “leggermente” retorica, dell’atleta paraolimpica che taglia vittoriosa il traguardo.
Il gelato Grom è anche imperfetto “come la bellezza”, anzi “come il nostro Paese, imperfetto ma geniale”, continua il video, mentre scorrono le immagini di artigiani diligentemente all’opre intenti, chi nel progettare il design di un vettura, chi a intagliare il legno.
Ma il gelato Grom soprattutto “orgogliosamente italiano”, vale a dire “orgogliosamente imperfetto”. Una similitudine, ne siamo certi, condivisa dalla maggior parte degli italiani, per non parlare degli stranieri.
” Imperfetto, ma vero!”, conclude infine stentoreamente il video.
In effetti, prendere coscienza dei proprio limiti è sempre una buona cosa, e di sicuro, se il prodotto è imperfetto, la perfezione del nuovo spot Grom è invece fuori discussione, e in linea con la comunicazione dell’azienda torinese e che ne ha decretato il successo forse più del gelato stesso.
E non è male anche riconoscere che dopo quasi quindici anni di attività, quel gelato annunciato un tempo come “il più buono del mondo” è scivolato mestamente nel meno prestigioso girone di “gelato imperfetto”.
In una sorta di decrescita consapevole (dopo il passaggio a Unilever) ma comunque felice.