Il flirt tra il mondo della grande distribuzione organizzata e quello dei robot pare inevitabile – da un lato un settore che opera anche e soprattutto sulla rigidità dell’efficienza, dove la parola d’ordine è quella di seguire processi snelli e il più possibile economici in modo tale da offrire prezzi competitivi; e dall’altro un pozzo di innovazione che pare in grado di soddisfare tutti i bisogni dei supermercati.
Tra i primi esperimenti sul “fronte interno” troviamo i cosiddetti supermercati senza casse, che stanno muovendo i primi, timidi passi anche nel contesto del nostro caro e vecchio Stivale (il primo in assoluto ha aperto a novembre del 2023, a Verona); mentre sul cosiddetto “fronte esterno”, termine con cui potremmo indicare le operazioni che avvengono al di fuori delle tradizionali quattro mura del punto vendita fisico, abbiamo i robot per il delivery, già testati – per fare un esempio – a Milano e nel Regno Unito. Ebbene, quella che potremmo definire come “nuova frontiera” si limita fondamentalmente a “sommare” questi due fronti sperimentali. Il risultato? Dei robot-supermercati completamente autonomi e semoventi.
Uno scaffale su ruote, ma intelligente
A occupare la postazione di pioniere assoluto in questo particolare contesto è la Robomart, che di recente ha inaugurato una nuova organizzazione chiamata Autonomous Retail Collective con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo dei robot-supermercati a cui abbiamo accennato nelle righe precedenti.
D’altro canto proprio questo, come suggerisce il nome (Robomart, per l’appunto: una crasi tra “robot” e “market”), è l’obiettivo della compagnia: creare una flotta di venditori automatici al dettaglio su ruote, completamente autonoma. I benefici immediatamente individuabili sono molti e tutti declinati secondo la legge non scritta della comodità; ma è altrettanto bene notare che, come spesso accade quando si parla di automatizzazione, una implementazione troppo brutale potrebbe causare una netta perdita di posti di lavoro per noialtri fatti di carne e ossa (oltre a una diffusa alienazione da parte dei potenziali clienti: basti pensare che già i più semplici supermercati senza casse si sono trovati a che fare con problemi di questo tipo).
Quel che è certo è che l’Autonomous Retail Collective, che abbiamo menzionato in apertura, potrebbe fungere da interessante catalizzatore e rendere i robot-supermercati su ruote una realtà in un futuro sempre più prossimo. “I membri dell’ARC sono i nostri fornitori e partner infrastrutturali che si impegnano nello sviluppo e nel progresso dei negozi a guida autonoma” ha spiegato il fondatore di Robomart, Ali Ahmed. “Invece di una sola startup che crea la categoria, abbiamo creato un collettivo per dimostrare l’intero ecosistema di attori che si costruisce attorno a questo nuovo canale di vendita al dettaglio”. L’idea di Robomart è quella di lanciare i suoi primi robot a partire dal 2025: staremo a vedere.