Inutile nascondersi dietro a un dito – a oggi, pensare all’agricoltura senza tenere conto dell’imperversare del cambiamento climatico significa peccare (gravemente) di ingenuità. Sfogliando anche solo distrattamente la cronaca più recente troviamo, giusto per fare un esempio, il caso dell’olio di oliva: prezzi alle stelle a causa della carenza di scorte che, l’avrete ormai intuito, è a sua volta innescata dal clima particolarmente siccitoso dell’ultimo biennio. Altra produzione che non può fare a meno di considerare l’incognita climatica è quella del caffè; tant’è che Starbucks, in un tentativo di assicurare un futuro al settore, ha deciso di sviluppare alcune varietà di semi in grado di resistere alle conseguenze del cambiamento climatico.
Caffè e futuro: i nuovi semi resistenti sviluppati da Starbucks
Un poco di contesto – la maggior parte del caffè consumato nel mondo proviene da due specie: arabica e robusta. Rappresentando il 70% della produzione mondiale di caffè, il chicco di arabica è di gran lunga il più popolare anche e soprattutto per il suo sapore più morbido e un’acidità più contenuta rispetto al carattere più nettamente amaricante del suo “collega”.
Originario dell’Etiopia e coltivato prevalentemente nell’America centrale e meridionale, l’arabica è l’unico chicco utilizzato da Starbucks nelle sue quasi 37.000 sedi in tutto il mondo; ma a oggi la sua sensibilità all’aumento delle temperature lo rende particolarmente vulnerabile alla maturazione prematura e alla conseguente perdita del raccolto.
“Quando capita ai piccoli coltivatori, questi finiscono per perdere il loro intero reddito annuale” ha spiegato Sarada Krishnan, coltivatrice di caffè e scienziata presso il Crop Trust, un’organizzazione no-profit impegnata nella conservazione della diversità delle colture. Tra le malattie più pericolose c’è poi la cosiddetta ruggine del caffè, favorita dalle condizioni calde e umide che, come avrete certamente indovinato, si fanno sempre più comuni.
Da qui l’intuizione (un po’ obbligata, se come accennato nelle righe precedenti prendiamo in considerazione il contesto) di Starbucks – sviluppare sei nuove varietà di semi di caffè con l’obiettivo di resistere agli attacchi della malattia in questione e, più in generale, alle minacce del cambiamento climatico. Stando a quanto lasciato trapelare dal colosso del caffè, tali semi sarebbero per di più in grado di generare una resa maggiore in un periodo di tempo più breve.
“Starbucks è impegnata a garantire il futuro del caffè“, ha affermato in una e-mail un rappresentante dell’azienda. “Abbiamo la responsabilità di prenderci cura dell’intera catena di fornitura e delle numerose persone che rendono possibile il caffè, dal chicco alla tazza, dal coltivatore al cliente”.