Buddy Oliver, figlio di Jamie, ha 13 anni ed è apparentemente già pronto per fare il suo debutto alla luce dei riflettori. Chiaro, si potrebbe discutere che, in un certo senso, l’abbia già fatto venendo al mondo: essere figlio di una delle più note personalità televisive del mondo food è un’ottima pretesa alla fama. E anche a ottenere nuovi programmi televisivi, a quanto pare.
Cooking Buddies andrà in onda a partire dal dieci di luglio sui canali per bambini di casa BBC: durante le sue dieci puntate, Oliver si impegnerà a insegnare al suo pubblico come preparare piatti come la pasta al pomodoro, la pizza o il pollo alla griglia. Tutto qui? Beh, non proprio.
Da Buddy Oliver a Brooklyn Beckham
In cambio dei consigli di cucina, gli ospiti del programma insegneranno allo stesso Buddy le proprie particolari abilità – dal basket, al pattinaggio su ghiaccio, passando anche per la danza. Il che, a una prima (e distratta) lettura, pare quasi suggerire che il piccolo Oliver sia stato cresciuto in una campana di vetro, lontano da qualsiasi forma di esplorazione “del fare” con l’esclusione dello sperimentare ai fornelli. Niente calcio o basket o pallavolo, Buddy: è tempo di tagliare le carote.
Si scherza, naturalmente. Jamie Oliver è giustamente entusiasta della notizia: “Essere in grado di cucinare è un’abilità molto importante da imparare per i bambini, è allo stesso livello della lettura e della scrittura”, ha spiegato. “Sono davvero orgoglioso di Buddy per aver realizzato questo brillante spettacolo che incoraggia gli altri a provarlo”.
Il suo orgoglio, per carità, è comprensibile e legittimo e genuino – l’intera vicenda, però, ci fa sorgere un dubbio. Il programma, presentato così com’è, potrebbe funzionare se il protagonista non fosse il figlio di Jamie Oliver? O meglio ancora, avrebbe mai ottenuto il semaforo verde dalla BBC?
La risposta è forse scontata, potrebbero sostenere i nostri lettori un po’ più cinici. D’altro canto non è certo la prima volta che ci troviamo a che fare con quelli che, fondamentalmente, sono i privilegi dei cosiddetti nepo-babies: l’esempio forse più lampante è la carriera da “chef” di Brooklyn Beckham, figlio di David, costellata di critiche più o meno legittime che mettono in dubbio la sua effettiva capacità di… Beh, di cucinare.
La sua carriera, difesa per di più anche da un certo Gordon Ramsay, vanta un cooking show dal successo modesto e, più di recente, un pop-up restaurant a Londra. Chissà che tra qualche anno non vedremo Buddy fare lo stesso?