Il discorso di Flavio Briatore per l’apertura di Crazy Pizza a Napoli sembra scritto da Maurizio Crozza

Crazy Pizza ha infine aperto a Napoli: Flavio Briatore arriva e si fionda sul dovere, snocciolando un discorso a metà tra uno scritto da ChatGPT e Crozza.

Il discorso di Flavio Briatore per l’apertura di Crazy Pizza a Napoli sembra scritto da Maurizio Crozza

Alla fine è successo. Il rumore che ha preceduto l’approdo è stato assordante e vuoto, tra auguri in stile vagamente corporate, mani (infarinate o meno) messe in avanti a ricordare la differenza con la vera tonda partenopea e polemiche più o meno sterili sui prezzi. Insomma, Crazy Pizza arriva a Napoli: e Flavio Briatore riempie il vuoto di cui sopra con un discorso un po’ da ChatGPT e un po’ da Crozza.

Che il patron del Twiga sia seguito da fior di reazioni è pressoché scontato, diciamoci la verità; che è un po’ anche e soprattutto il motivo per cui il dissing tra lui e Gino Sorbillo ha quasi avuto il sapore del posticcio. Ma bando alle ciance: Crazy Pizza ha aperto. E Sorbillo era presente.

Il discorso di Briatore

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I colleghi di CiboToday raccontano di “sorrisi forzati e nervi a fior di pelle”, e di una “folla”, per così dire, di appena una decina di individui, tra cui figurava anche e soprattutto Sorbillo, che l’occasione – al netto della diatriba – era evidentemente ghiotta. Il nostro protagonista è arrivato con abbondante ritardo – “oltre un’ora e mezza dopo la data fissata per l’apertura” – e si è fiondato sul dovere.

La rinascita attraverso la pizza di Riccardo Tamburrano, il nuovo Pizza Ambassador del Molino Dallagiovanna La rinascita attraverso la pizza di Riccardo Tamburrano, il nuovo Pizza Ambassador del Molino Dallagiovanna

Il discorso, dunque. A voi decidere se si tratti di sarcasmo, ironia o che altro. Sull’apertura di Crazy Pizza, Briatore dice “Chi vuol venire viene, chi non vuol venire, non viene”. Molto democristiano. D’altro canto a Napoli “ci sono mille nomi legati alla pizza”, ma quello che mancava era “un brand vero“.

“Allora ho pensato: la pizza è una cosa che piace a tutti, perché non facciamo un brand vero?”. Poi la chicca, che in fondo in fondo un po’ di brand c’è, figo ma apparentemente sconosciuto: “Napoli è un brand figo ma la conosco pochissimo, la conosco come base di partenza per Capri, l’ho vista tre volte”. I napoletani saranno deliziati.

“Nessuno ha l’esclusiva della pizza, ricordo due o tre anni fa in Australia c’era una pizza buonissima” continua Briatore. “Era fatta dai cinesi. Noi abbiamo dei ragazzi molto molto bravi. Materie prime di qualità, il servizio, un bel locale, il deejay, lo spinning pizza”.