Arrigo Cipriani, si sa, non è uno che le manda a dire. Da decano della ristorazione mondiale, con ben due preparazioni a suo nome entrate nella storia della gastronomia come il Carpaccio e il celeberrimo cocktail Bellini, può sicuramente permettersi di dire quello che vuole, non che in questo senso non si sia fatto pregare.
Dopo gli strali lanciati all’indirizzo di stelle Michelin e celebrity chef, l’ira del patron dell’Harry’s Bar si è abbattuta nientemeno che sulla Capitaneria di Porto di Venezia e sul Comune, in forma di una bella querela. Il motivo? La mancata vigilanza sul traffico dei natanti che “consente a chiunque di imperversare tra i canali causando disagi e pericoli”, andando a peggiorare una situazione già resa difficile dal naturale moto ondoso, altro problema per cui Cipriani rimprovera la autorità di non intervenire.
La denuncia
Siamo in Fondamenta San Biagio n.773, affacciati sul Canale della Giudecca, dove il ristorante di Cipriani Harry’s Dolci gode di una posizione invidiabile ma che, insieme al lustro, porta evidenti problematiche, che l’inventore del Carpaccio riassume così: “la situazione del moto ondoso è diventata insostenibile in tutta la città, dato che i natanti non rispettano limiti e sfrecciano ovunque, con buona pace della sicurezza e dell’incolumità dei cittadini” decidendo di passare alle vie di fatto incaricando l’avvocato Daniele Vianello di presentare querela nei confronti della Capitaneria di Porto di Venezia e del suo comune, nella persona del sindaco Luigi Brugnaro colpevoli, a suo dire, di non mettere in atto le attività di controllo a cui sono deputati. Cipriani, interpellato da La Nuova Venezia, prosegue: “Nel corso degli anni purtroppo conosciamo come in Laguna ci siano state vittime per sinistri nautici a causa della velocità incontrollata. Il moto ondoso che insiste sul Canale della Giudecca, peraltro, impedisce di poter esercitare l’attività di ristoratore all’Harry’s Dolci (…) malgrado paghi profumatamente la concessione del plateatico del comune”.
Le soluzioni
Un attacco, quello di Cipriani, che arrivato non prima di aver proposto una soluzione, presentando il progetto di una struttura “amovibile, non fissa, presente esclusivamente durante il periodo di apertura del locale, trattata con attenzione, sia dal punto di vista geometrico che materico, che ripropone il colore della pietra d’Istria e le forme del panorama veneziano, al fine di evitare che la marea raggiunga i tavoli e le sedie e quindi i clienti”. Le intenzioni c’erano tutte, ma non c’è stato nulla da fare. La Soprintendenza l’ha ritenuta in contrasto col decoro e il pregio paesaggistico, opinione che il Comune ha appoggiato bocciando il progetto, e suscitando le perplessità del celebre ristoratore veneziano: “Come si può ritenere danneggiato il decoro (…) di Venezia e poi consentire a chiunque di imperversare tra i canali causando disagi e pericoli?”. La soluzione a questa ultima domanda è bloccata al Senato, e sarebbe il decreto sui cosiddetti “Barcavelox” che darebbe la possibilità di usare strumenti di rilevamento della velocità e comminare relative sanzioni. Una questione che, oltre a Cipriani, vede coinvolte anche una quarantina di associazioni cittadine, che hanno scritto al sindaco Brugnaro, al presidente della Regione Veneto Luca Zaia e al Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Frattin, chiedendo azioni immediate e forti per fare fronte a quella che è ormai considerata un’emergenza in città.