La notizia dell’aggiornamento del paniere Istat e dell’inclusione di una referenza come il topper, quel materassino da mettere tra materasso e coprimaterasso per cui Bruno Barbieri ha condotto una crociata nel suo reality alberghiero “4 Hotel”, l’avevamo salutata come la vittoria di un marketing furbo e invadente, un’evoluzione della televendite dei materassi che da intermezzo tra una trasmissione è l’altra è diventata il centro della programmazione, facendo esattamente quello nella vendita si deve fare: creare un bisogno e soddisfarlo.
Qualcuno però un minimo di indignazione al riguardo la prova, perché sarà vero che il paniere Istat è una fotografia delle abitudini di consumo degli italiani, ma con la stessa scusa i Vanzina hanno prodotto decenni di film deplorevoli, con la scusa che i cinepanettoni erano lo specchio della società. E il Codacons, giustamente, insorge.
Le dichiarazioni del Condacons
Il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori ha diffuso una nota a commento del paniere Istat 2025, in cui si “segnala in particolare come dal calcolo dell’andamento dei prezzi al dettaglio diminuisca per il terzo anno consecutivo il peso della voce ‘alimentari’, spesa primaria che incide in modo rilevante sui redditi delle famiglie”.
Quest’anno nell’elenco dei prodotti elementari su cui l’Istituto di statistica rileva i prezzi sono entrati lo speck, gli shorts da donna, il cono gelato e il famigerato topper: “quest’ultimo sull’onda lunga di programmi televisivi che hanno pubblicizzato i benefici di tale prodotto trasformandolo in una moda del momento, mentre escono i test per il Covid-19, il cui consumo è certamente crollato con la fine dell’emergenza sanitaria, ma non è sparito del tutto”. Il riferimento, per quanto non diretto, è inequivocabile.
Secondo l’associazione dei consumatori il problema di questo paniere è quindi un distacco da ciò che influisce realmente sulla spesa delle famiglie, soprattutto per quanto riguarda l’alimentare, con l’unica nota positiva sull’energia: “Se da un lato è corretta la scelta dell’Istat di aumentare il peso dei beni energetici che dopo la fine del mercato tutelato di luce e gas hanno visto un incremento dei prezzi specie sul mercato libero, dall’altro appare del tutto inspiegabile la riduzione operata per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche, il cui peso nel paniere si riduce per il terzo anno consecutivo”.