Che succede quando anche una delle più note (o la più nota, a onore del vero) roccaforti del pasto a buon mercato viene a più riprese infiltrata da ritocchini di qualche manciata di centesimi, furtivi aumenti di un euro o poco meno, maliziosi tagli sulle porzioni così da risparmiare sui costi? Semplice – succede che il pubblico di riferimento cambia. È una legge che, nella sua semplicità, è universale, che di fatto sta al cuore di quel pericoloso motore che è la gentrificazione, e che da qualche mese a questa parte ha anche preso a interessare McDonald’s.
In altre parole, se un tempo l’insegna degli archi dorati era inequivocabilmente sinonimo di risparmio, ora anche il colosso del fast food ha dovuto arrendersi alle insidiose correnti dell’inflazione. Le conseguenze, come accennato in apertura di articolo, cominciano a manifestarsi in tutta la loro portata: come emerso da un recente incontro con gli investitori per discutere degli utili aziendali, infatti, i piani alti di McDonald’s hanno notato che i cosiddetti “consumatori a basso reddito”, un tempo clienti abituali e fortemente fidelizzati, stanno effettuando sempre meno ordini.
McDonald’s non è più sinonimo di risparmio
Dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, tanto per intenderci, McDonald’s ha introdotto un aumento complessivo dei prezzi nel menu di circa il dieci per cento nel corso del 2023, seguendo un incremento analogo nell’anno ancora precedente.
I clienti di McDonald’s, come accennato in apertura di articolo, non l’hanno presa bene; portando l’eco delle proteste anche su quella caoticissima vetrina che è TikTok e alimentando, in questa maniera, il sospetto che il marchio si sia definitivamente allontanato dai valori di convenienza ed economicità che l’hanno contraddistinto fin dalla sua nascita.
Il risultato è una netta emorragia di consumatori a basso reddito, per l’appunto. “Questo genere di clienti sono sotto forte pressione economica” ha spiegato Chris Kempczinski, amministratore delegato di McDonald’s. “Abbiamo effettivamente notato una diminuzione delle loro presenze nel corso dell’ultimo trimestre, probabilmente perché mangiare a casa ormai è diventato più conveniente”.
In altre parole ai piani alti sono ben consapevoli del problema, così come sono tuttavia consapevoli del fatto che le altre fasce di consumatori stanno continuando a frequentare gli archi dorati quanto e più di prima: Kempczinski, in particolare, ha spiegato agli investitori di non avere riscontrato “nessun reale cambiamento nel comportamento” tra i clienti a medio e alto reddito, tra i quali ha affermato che la catena sta continuando a guadagnare quote.