Un breve salto nella macchina del tempo: a settembre 2022 Fabio Fazio annunciava di aver acquisito l’azienda di cioccolato Lavoratti di Varazze, salvandola di fatto dalla chiusura. Da lì una costellazione di collaborazioni, che spaziano dai dolci di Natale con Niko Romito alle uova di Pasqua con Massimo Bottura. Ora una nota amara: centomila euro di multa e sequestri. Ma che è successo?
A ripotare la notizia sono i colleghi de La Verità. Alla storica azienda, in seguito a un controllo effettuato nel febbraio dello scorso anno, sarebbero state contestate tredici sanzioni amministrative a causa dell’impiego di materie prime diverse da quanto dichiarato in etichetta.
I dettagli del caso, tra sequestro e multa
Largo alla cronologia dei fatti, dunque. In data 23 febbraio 2024, spiega La Verità, i militari del reparto torinese del Comando Carabinieri Tutela agroalimentare hanno effettuato un’ispezione amministrativa presso gli uffici della società Dolcezze di Riviera Srl, proprietaria del marchio Lavoratti. In questo momento Fazio siede alla poltrona di presidente.
Il controllo segue la prassi del caso: un’analisi delle etichette seguita dalla opportuna verifica sulla tracciabilità e la conformità degli ingredienti a denominazione protetta. Sono tre, a questo punto, i profili che si delineano al banco degli imputati: il pistacchio verde di Bronte, il sale marino di Trapani e la Nocciola di Giffoni.
Al loro posto l’azienda avrebbe utilizzato prodotti generici, come pistacchi di origine siciliana e nocciole piemontesi. Il dado è tratto, dunque: gli uomini in divisa hanno sequestrato circa 1.200 confezioni di cioccolato e praline per un valore commerciale di oltre 18 mila euro e 5.400 etichette “in attesa”. Il conto finale, dicevamo, è piuttosto salato – circa 100 mila euro, poi passati a 62 mila e 400 a causa dello sconto dovuto a chi paga entro cinque giorni.
Vale la pena notare che una manciata di giorni più tardi – il 29 di febbraio – Fazio si dimette da presidente del Cda, e la moglie Gioia lo imita lasciando il posto di consigliere. L’azienda, nei mesi a venire, si è poi impegnata a eliminare dai propri materiali – fisici e digitali – le diciture irregolari.