Non è la prima volta che il cosiddetto cibo ultra-processato finisce sotto la lente d’ingrandimento della comunità scientifica, naturalmente. D’altro canto, il fatto che tali alimenti “facciano male alla salute” è una conoscenza ampiamente condivisa – per sentito dire, per intuito, perché in un certo senso “pare giusto” – ma anche e continuamente indagata dalle autorità competenti: nella puntata più recente sono stati presi in esame da uno studio poi pubblicato sulla rivista scientifica JAMA Network Open, che ha sottolineato come il consumo di alimenti e bevande ultra-processate, soprattutto se dolcificate in maniera artificiale, potrebbe essere collegato all’insorgere della depressione.
Cibo ultra-processato e depressione: i dettagli dello studio
A onore del vero non è la prima volta che il legame in quesitone viene preso in considerazione dalle autorità scientifiche: i nostri lettori più attenti si ricorderanno che, appena un mesetto fa, vi raccontammo di un altro studio che metteva in relazione il consumo di cibo ultra-processato e problemi di salute mentale.
“Il nostro studio si è concentrato sul legame tra il consumo di cibo ultra-processato e il conseguente rischio di sviluppare un nuovo episodio di depressione”, ha affermato il coautore dello studio, il dottor Andrew T Chan, professore di medicina alla Harvard Medical School. Ma quale dovrebbe essere, precisamente, la natura di tale legame?
“Esiste anche un legame tra il cibo ultra-processato e la distruzione del microbioma intestinale” ha spiegato Chan. “Si tratta di un potenziale importante meccanismo che collega il cibo ultra-processato alla depressione poiché esistono prove emergenti che i microbi nell’intestino sono collegati all’umore attraverso il loro ruolo nel metabolizzare e produrre proteine che hanno attività nel cervello”.
È per di più bene sottolineare che quello che unisce depressione – o altri disturbi mentali simili, a dire il vero – e un consumo importante di cibo ultra-processato potrebbe essere anche inteso come un circolo che alimenta sé stesso: oltre a quanto appena spiegato, infatti, bisognerebbe prendere in considerazione il fatto che individui colpiti da disagi di questo tipo potrebbero essere più inclini a lasciarsi andare ai piaceri dell’eccesso, magari scegliendo proprio quegli alimenti che non brillano per salubrità ma che strizzano l’occhio alla nostra golosità.
“Nella misura in cui le bevande dolci e gli alimenti ultra-processati offrono un “conforto” acuto, anche se fugace, è anche plausibile che i primi disagi della crescente depressione motivino una maggiore dipendenza proprio da tali alimenti” ha commentato a tal proposito il dottor David Katz, specialista in medicina preventiva. “In questo senso, la depressione potrebbe provocare un aumento dell’assunzione di cibo ultra-processato, anziché il contrario”.