Siamo a metà febbraio. La Sonrisa, epicentro del regno della famiglia Polese noto anche e soprattutto come il Castello delle Cerimonie, viene confiscata per abuso edilizio. I primi casi di abuso, svelano le carte, risalgono addirittura agli anni ’70; e nei mesi a venire fanno seguito nuove indagini per pizzo alla Camorra da parte di un membro della famiglia nonché dipendente. Ora, a mesi di distanza, un nuovo capitolo.
La strada da intraprendere pare sarà quella dell’acquisizione da parte del comune di Sant’Antonio Abate, in provincia di Napoli, con successivo sgombero. La confisca, dicevamo, ha coinvolto immobili e terreni per un’area complessiva di circa 40 mila metri quadri: quale sarà il futuro della struttura? E che ne sarà del personale di servizio?
I dettagli sullo sgombero del Castello delle Cerimonie
La rotta, dicevamo, è quella dello sgombero; che renderebbe ancora più grottesco il video di qualche mese fa che ritraeva Imma e Matteo Polese, volti effettivi de Il Castello delle Cerimonie, festeggiare il Ferragosto con ostriche e Champagne a bordo di una yacht.
“Abbiamo atteso per otto mesi la pubblicazione delle motivazioni della sentenza che ordina la confisca dell’immobile noto come ‘Grand Hotel La Sonrisa’ e l’acquisizione a titolo gratuito dell’intera area di oltre 40mila metri quadrati a patrimonio del Comune di Sant’Antonio Abate” ha dichiarato Ilaria Abagnale, sindaco del paese in questione. E ora?
La prima cittadina è più che eloquente: “Adesso sono stati stilati tutti gli atti d’indirizzo per avviare l’acquisizione del bene, in vista del successivo cronoprogramma per liberare immobili e terreni“.
Nei giorni a venire, dunque, una riunione gestionale sarà incaricata di delineare “il cronoprogramma delle attività, che saranno valutate di concerto con gli uffici comunali”. Continua Abagnale: “Il cronoprogramma sarà successivamente sottoposto al vaglio della prefettura e della procura generale di Napoli. Nel frattempo, attraverso una nota indirizzata al prefetto, alla procura della Repubblica presso il tribunale di Torre Annunziata e alla procura generale di Napoli, sono state già trasmesse le copie delle delibere adottate”.