The writing was on the wall, direbbero i nostri colleghi d’Oltremanica – un modo di dire che potremmo grossolanamente tradurre con “in un certo senso già si sapeva”. Eh già, perché d’altro canto è da ormai da qualche tempo, oramai, che i tasselli del mosaico piemontese di Antonino Cannavacciuolo hanno cominciato a muovere: in principio fu l’addio di Emin Haziri, giovane guida del capitolo sabaudo; seguita appena un paio di mesi più tardi dalla partenza di chef Vincenzo Manicone dal bistrot di Novara.
Un cambio di casacca, quest’ultimo, compiuto un po’ in punta di piedi, tra un post pubblicato sulla vetrina di Instagram e un silenzio – evidentemente eloquente – da parte del gruppo di Antonino Cannavacciuolo. Una combinazione che si è rivelata terreno fertile per chiacchiere più o meno insistenti dalle parti di Novara, dove nelle ultime ore, a dissipare ogni dubbio, sono arrivate le comunicazioni ufficiali del gruppo dello chef campano: si parla di cambio di format, di offerta, di gestione. Diamoci un’occhiata.
Le indiscrezioni sul Cannavacciuolo Bistrot di Novara
Le dichiarazioni del gruppo guidato da Antonino Cannavacciuolo sono state riportate dalla testata locale La Voce di Novara: “Cannavacciuolo Bistrot di Novara è ancora chiuso per la pausa invernale” si legge. “La proprietà sta facendo delle valutazioni su un eventuale cambio di format/offerta del locale”.
D’altro canto è ormai dall’ultimo dell’anno che il capitolo novarese di casa Cannavacciuolo è privo di una guida, come possono testimoniare anche e soprattutto le serrande eloquentemente abbassate da ormai più di un mese: un silenzio che trova risonanza anche nella vetrina social del locale, dove di fatto l’ultimo post risale al 30 dicembre dello scorso anno.
Per vederci un poco più chiaro può essere utile dare un’occhiata a quanto lasciato trapelare dall’assessore al Commercio di Novara, Marina Chiarelli, anche in questo caso puntualmente riportato dai colleghi de La Voce: “Tra il Comune e l’azienda ci sono state delle interlocuzioni”.
“Si sa che è in corso una trattativa per modificare la proposta o per la cessione a un marchio noto di pari livello” ha spiegato Chiarelli. “Entrambe sono soluzioni ragionevoli”. Con ogni probabilità potrebbe proprio essere stata la partenza di chef Manicone a innescare questo periodo di torbida transizione, con Antonino Cannavacciuolo che, possiamo immaginare, starà valutando un successore magari proprio attingendo da un’altra costola del suo impero.
Vale la pena notare, rimanendo in questo contesto, la previsione di matrice ottimista dell’assessore Chiarelli. “Nel 2015, quando il Gruppo ha aperto i battenti a Novara, ha fatto un investimento da 1 milione di euro per la ristrutturazione: un passo indietro in questo momento non sarebbe comunque conveniente” ha spiegato. “Per questo motivo penso che la risoluzione si concretizzerà a breve”.