Immaginare che il futuro dell’agricoltura non sia in forte rotta di collisione con l’imperversare del cambiamento climatico significa, francamente, peccare d’ingenuità. Ghiaccio e fuoco, alluvioni e siccità: restringendo lo sguardo all’umile contesto del nostro caro e vecchio Stivale troviamo danni e produzioni più o meno pesantemente mutilate tanto dalle prime quanto dalla seconda, con rapporti recenti che indicano cali in termini di valore aggiunto e occupazione.
Uno scenario che trova una piena risonanza nel nuovo rapporto pubblicato dalla Fao e presentato nella giornata di oggi, venerdì primo dicembre, a margine della conferenza delle Nazioni Unite sul clima Cop28 a Dubai: numeri alla mano, si calcola che il 40% dei Paesi abbia segnalato perdite economiche in agricoltura esplicitamente legate al cambiamento climatico.
Cambiamento climatico e agricoltura: una questione di priorità
“La distribuzione dei finanziamenti per le perdite e i danni sarà la cartina di tornasole per il successo della Cop28”, ha affermato il direttore generale della Fao QU Dongyu, precisando che “gli agricoltori si sono adattati ai cambiamenti dei loro ambienti, ma quello che stanno vivendo oggi va oltre la loro capacità. Loro sono i migliori investimenti nel rafforzamento della resilienza al cambiamento climatico“.
È naturalmente inevitabile il confronto con la dura legge del numero, con le note conseguenze del danno di natura economica – povertà, insicurezza alimentare e accesso limitato ai servizi, anche e soprattutto per le comunità appartenenti alla fasce più povere della popolazione mondiale. È altrettanto inevitabile, dunque, che quando si parla di cambiamento climatico e agricoltura il discorso verta sulla quantità e sulla natura degli investimenti: numeri alla mano, si calcola che il 35% degli attuali piani d’azione per il clima fa esplicito riferimento a questo tema.
“Tra il 2007 e il 2022 le perdite agricole hanno contribuito al 23% dell’impatto totale dei disastri in tutti i settori; solamente la siccità è responsabile del 65% delle perdite nel settore agricolo, che si traducono in 3,8 trilioni di dollari” si legge ancora nel rapporto della Fao. A oggi, il cambiamento climatico domina le cause delle perdite economiche, con il 37% delle segnalazioni complessive che riguardano proprio il mondo dell‘agricoltura.
Pare evidente, dunque, quanto sia necessario un piano d’azione che tenga fermamente conto della assoluta urgenza di questa questione: è il momento, in altre parole, di chiudere il contenitore della retorica e avvicinarsi con concretezza alla questione climatica. Chiaro, al momento le premesse sono piuttosto amare: la legge che vuole vietare la produzione di carne coltivata, per fare un esempio, rema grossolanamente nella direzione opposta.