Fra tutte le conseguenze più e meno catastrofiche del riscaldamento globale, mai ci saremmo aspettati un coinvolgimento del Caffè Florian. L’indirizzo storico e scenografico di Piazza San Marco a Venezia ha dovuto prendere provvedimenti in merito per la prima volta in più di trecento anni. Ovvero: un cambio di divisa per tutti i camerieri nel periodo estivo. Il che vuol dire via giacca e papillon, a fronte di temperature record che non accennano a diminuire. Sempre però in nome dell’eleganza.
Il cambio di look
Da luglio 2024 la divisa ufficiale del personale di Caffè Florian prevede panciotto e pochette (nda: dicasi “pochette” il fazzoletto da taschino, non la mini borsetta). Il primo in tessuto damascato e colore chiaro metallizzato, confezionato dall’azienda toscana Cirri Collection. Il secondo in tinte diverse a seconda del ruolo, funzione che in tempi più freschi viene ricoperta dal papillon. Altre due new entry sono cintura e porta palmare, perché con il calore avanza anche la tecnologia.
La divisa classica del Caffè Florian prevede frac e smoking per l’inverno, mentre l’outfit estivo è un’ingessata giacca bianca con bottoni e alamari dorati, con tanto di gemelli “F” ai polsi. In più l’accessorio al collo, che segnala i ruoli in base ai colori: nero per gli chef de rang, grigio per i demi chef, bianco per i commis. Insomma, un vestiario elegantissimo e studiato a puntino che però non riesce più a essere sostenibile.
Una scelta doverosa
Sono letteralmente le parole dell’assistente di direzione Amedeo Zugnaz, intervistato dal Corriere del Veneto. “Scelta doverosa, in aria già dallo scorso anno, e quest’anno approvata anche a seguito delle allerte meteo diffuse dalla Regione Veneto”. Del resto, se tutti noi reagiamo al caldo semplicemente spogliandoci, la questione per chi è costretto a indossare divise (militari, lavoratori specializzati, camerieri) resta. E si fa, ehm, scottante.
Il problema del caldo e della difesa dal sole sempre più cocente era già stato parzialmente arginato con l’introduzione di ombrelloni fra i tavolini. Che, aggiunge Zugnaz, non solo proteggono dai raggi, ma anche dagli “attacchi” di gabbiani e piccioni – per quanto possibile, visto che siamo nella cartolina vivente dei pennuti in piazza. Ma, per quanto riguarda il caldo, gli ombrelloni arrivano fino a un certo punto. “In passato, quando d’estate il plateatico rimaneva semi deserto fino a sera per il caldo, i camerieri erano meno esposti al sole, oggi è tenuto all’ombra e l’esterno del locale lavora tutto il giorno, i camerieri corrono di più e con le nuove divise lavorano più serenamente”.
Riuscirà il cambio di look temporaneo a risparmiare i camerieri dal caldo? O l’anno prossimo dobbiamo aspettarceli direttamente a petto nudo? Per ora si lavora su leggerezza dei tessuti e idratazione continuativa, come da mantra di ogni tg all’arrivo dell’estate. Preso alla lettera da Zugnaz peraltro, che dallo scorso anno ha introdotto l’anguria fra i cibi freschi per i camerieri in pausa.